È la mattina del 2 luglio 1961 quando Mary Welsh, la moglie di Ernest Hemingway, sente il rumore di uno sparo. Suo marito si è tolto la vita sparandosi in bocca con un fucile.

L'arma era chiusa in un armadietto, ma la donna aveva lasciato la chiave sul tavolo della cucina.

Il funerale viene celebrato tre giorni dopo nella chiesa di Nostra Signora delle Nevi; vi prendono parte poche persone, tra le quali i tre figli dello scrittore e alcuni amici.

Il corpo di Hemingway viene sepolto al cimitero di Ketchum, in Idaho.

"Morire è una cosa molto semplice. Ho guardato la morte e lo so davvero. Se avessi dovuto morire sarebbe stato molto facile. Proprio la cosa più facile che abbia mai fatto... E come è meglio morire nel periodo felice della giovinezza non ancora disillusa, andarsene in un bagliore di luce, che avere il corpo consunto e vecchio e le illusioni disperse", scriveva.

Nato ad Oak Park il 21 luglio 1899, resta uno degli autori più noti e più letti nella storia della lettura; i suoi romanzi hanno segnato la storia della letteratura del Novecento.

"Addio alle armi", "Per chi suona la campana", "Il vecchio e il mare" - alcuni dei suoi capolavori - si inseriscono in una vita fatta di eccessi ma anche di grandi momenti creativi.

(Unioneonline/s.s.)

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