Pubblicità sui giornali cartacei e sul web, ecco i bonus
Credito d’imposta del 75% riconosciuti per gli investimenti in comunicazione. Per le domande c’è tempo sino al 31 marzoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Al via le domande per richiedere il bonus pubblicità 2025, che premia con il credito di imposta gli investimenti nel campo della comunicazione. I termini resteranno aperti fino al 31 marzo per poter inviare le “prenotazioni” tramite uno specifico servizio telematico disponibile nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle entrate, nella sezione “Servizi”, alla voce “Comunicare”. Sullo stesso sito, nella sezione dedicata all’agevolazione, sono pubblicati il modello da utilizzare e le istruzioni per la compilazione.
La misura – Dal 2023, la misura è applicata secondo la norma ordinaria, che prevede un credito d’imposta pari al 75% del valore incrementale degli investimenti realizzati da imprese, lavoratori autonomi ed enti non commerciali in campagne pubblicitarie sulla stampa quotidiana e periodica, anche online. L’incentivo è subordinato a un incremento minimo dell’1% rispetto agli analoghi investimenti effettuati nell’anno precedente sugli stessi mezzi di informazione. Il beneficio è concesso fino all’esaurimento delle risorse annue stanziate, pari a 30 milioni di euro. La somma è utilizzabile unicamente in compensazione, presentando il modello F24 esclusivamente attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle entrate. Il credito d’imposta nel tempo è stato oggetto di modifiche e ritocchi. Rispetto alla versione originale, ad esempio, sono usciti dal perimetro dell’agevolazione gli investimenti effettuati sulle emittenti televisive e radiofoniche, analogiche o digitali. In via eccezionale, poi, nel periodo di crisi da Covid (triennio 2020-2022), l’accesso al bonus è stato temporaneamente facilitato grazie all’eliminazione del requisito dell’incremento dell’investimento previsto dalla norma a regime.
Le condizioni – Sono ammissibili le spese relative all’acquisto di spazi pubblicitari e inserzioni commerciali, programmati ed effettuati nel corso dell’anno, su quotidiani e periodici, in edizione cartacea o formato digitale, iscritti presso il Tribunale competente ovvero presso il Registro degli operatori di comunicazione e con direttore responsabile. Escluse le spese accessorie, i costi di intermediazione e ogni altra spesa diversa dall’acquisto dello spazio pubblicitario nonché ogni altra forma diversa di pubblicità. I costi sono di competenza dell’anno in cui le prestazioni sono state ultimate.
(Unioneonline)