Insularità e trasporto merci, l’allarme dal convegno: «Nessuna certezza su tariffe e imbarchi, servono nuove strategie»
All’incontro, voluto dai Riformatori e organizzato da Michele Cossa, hanno partecipato esperti, operatori, mondo accademico e impresePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
In Sardegna il 98% delle merci arriva via mare. Eppure «gli autotrasportatori non hanno certezze sulle tariffe e prima ancora sugli imbarchi. Troppe volte si resta a terra». L'allarme è stato lanciato nel panel "Insularità, nemica letale del trasporto merci", voluto dai Riformatori e organizzato da Michele Cossa. Hanno partecipato esperti e operatori, mondo accademico e imprese mettendo in evidenza «gli effetti economici derivanti dall'assenza di una reale continuità logistica e per evidenziare strategie necessarie a colmare il divario che separa l'Isola dai principali mercati nazionali ed europei», ha sottolineato Cossa.
I mancati imbarchi rischiano di minare dalle fondamenta la sopravvivenza del sistema economico sardo perché «per ogni milione di overstock», cioè prodotti che non partono, «si generano 230mila euro di costi annui aggiuntivi», ha spiegato Massimiliano Manca, esperto di logistica e trasporto merci.
L'economista Francesco Pigliaru ha messo al centro del confronto il modello corso: «La mobilità delle merci è garantita da 853 milioni di oneri di servizio pubblico per il settennio 2023-2030 contro i 72 annui (504 nello stesso arco di tempo) assegnati alla Sardegna». Domenico Bagalà, presidente dell'Autorità portuale, che ha chiuso i lavori, ha chiamato in causa la Regione sull'applicazione del modello greco con «compensazioni a chilometro applicabili da subito, calcolando la distanza via mare e prevedendo appunto rimborsi immediati». Sul medio e lungo periodo, invece, Bagalà ha promesso di «investire sul transhipment portando in Sardegna le navi in arrivo dai mercati esteri».
Dopo i saluti di Umberto Ticca, capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale che ha assicurato «l'impegno del partito per arrivare a una soluzione», sono intervenuti anche Caterina Cuccu, rappresentante di Confindustria Sardegna Meridionale; Cristian Rassu, direttore operativo di Abbi Group; Giorgio Licheri, Dg del Mercato agroalimentare della Sardegna nonché presidente del Distretto rurale del cibo Sud Sardegna.
