Dopo otto mesi di trattative anche il settore dell'artigianato riparte da un nuovo accordo nazionale.

Per i prossimi quattro anni le 36.399 imprese artigiane della Sardegna agiranno seguendo indirizzi fondati su flessibilità, incentivi della produttività e nuovi criteri di rappresentanza.

L'INTESA «Tra i punti salienti dell'intesa spiccano la riduzione dei contratti sottoscrivibili da nove a quattro, ora applicabili soltanto ai settori manifatturiero, servizi, edilizia e autotrasporto; il mantenimento di due livelli di contrattazione, nazionale e territoriale/aziendale; il rafforzamento del sistema della bilateralità e regole più rigide per misurare la rappresentatività», spiega Stefano Mameli, segretario regionale Confartigianato Imprese. «È un'intesa storica attesa da 10 anni, da quando si è cominciato a parlare di riforma del contratto del settore. L'accordo riconosce la centralità del ruolo delle parti sociali nella determinazione della retribuzione nazionale, abolendo quindi gli automatismi senza legarsi ad un unico parametro predeterminato per stabilire la dinamica salariale».

I SINDACATI Soddisfatti anche i sindacati: «È stato importante aver inserito la detassazione sulla produttività degli artigiani, importi tra l'altro raddoppiati per quest'anno», dice il segretario regionale della Cgil Michele Carrus, «il salario variabile sarà perciò negoziato legandolo ai risultati e all'efficienza di ciascun lavoratore, una misura efficace per stimolare la partecipazione tra dipendenti e imprese».
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