Dire "no" non è mai facile. Il "sì" è sempre più comodo e rassicurante, soprattutto se siamo di fronte a persone a cui vogliamo bene, a cui vorremmo piacere.

Dire "sì" è poi la via più semplice se si è di fronte a chi è più forte di noi, a chi ci fa paura, a chi detiene il potere. In questi casi il "no" diventa eversivo, rivoluzionario, un vero atto di coraggio. Diventa un’azione politica.

È questo il messaggio contenuto in "Io dico no!" (Einaudi Ragazzi, 2017, pp. 216, euro 16,90), 35 storie di eroica disobbedienza raccontate per i lettori più giovani da Daniele Aristarco e illustrate da Nicolò Pellizzon, già noto autore di graphic novel.

Ma chi sono i protagonisti delle vicende narrate nel libro? Sono donne e uomini che non si sono piegati, che hanno osato, hanno avuto il coraggio di ribellarsi di fronte all’ingiustizia e alla violenza, in nome della libertà.

Libertà che per Aristarco coincide con la volontà di essere fino in fondo se stessi, di "non cedere un solo spicchio di noi, essere vivi davvero, vivi fino alla fine".

Gli "eroi" di Aristarco sono molto diversi tra loro, ma accomunati da un destino molto simile: da Prometeo ad Albert Einstein, da Anna Politkovskaja alle suffragette, questi protagonisti sono tutti uniti da un’azione, o forse sarebbe meglio dire da una reazione all’ingiustizia, una reazione in un certo senso istintiva, quasi naturale.

Emblematica in questo senso è la vicenda di Rosa Parks, giovane donna di colore del sud degli Stati Uniti che il 1° dicembre del 1955 reagì alla discriminazione razziale, rifiutandosi di cedere il suo posto in autobus a un uomo bianco.

L’autore descrive non solo la vicenda, ma anche i pensieri di Rosa, le sue emozioni, rendendola così vicina che è facile per il lettore immedesimarsi in lei, acquistare un po’ di quella audace sicurezza che l’ha portata – e che può portare anche noi – a dire quel "no" che sa cambiare le cose, forse addirittura la Storia.

Aristarco, infatti, ha la capacità di tratteggiare le vite dei suoi eroi con entusiasmo e convinzione, ritmo e sentimento. Mostra di voler parlare non solo alle coscienze, ma ai cuori dei ragazzi per i quali il libro è stato scritto. Aristarco vuole quelli che saranno gli adulti di domani svegli e attenti, curiosi e ribelli. Li vuole soprattutto disobbedienti di fronte alle ingiustizie, da qualunque parte provengano.

Roberto Roveda

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