Per molto tempo le abbiamo chiamate, in maniera anche spregiativa, “bestie”, a voler così rimarcare la distanza dall’essere umano, così “civile” ed evoluto. Tralasciando il giudizio sulla frequente stupidità della nostra specie, il divertente libro di Alfonso Lucifredi Gatti marinai e polpi indovini (Hoepli Editore, 2022, pp. 152, anche e-book) ci racconta una serie di storie avventurose, sorprendenti, a volte drammatiche che servono a capire quanto incredibili e sottovalutate siano le capacità, l'intelligenza, la socialità di tanti animali con cui condividiamo la nostra esistenza sulla Terra.

Jack Signalman

Alcune delle vicende raccontate da Lucifredi sono molto famose come quella del polpo Paul, diventato una stella mediatica durante i mondiali di calcio del 2010 in Sudafrica per la sua – vera o presunta? – capacità di azzeccare il pronostico delle partite che vedevano impegnata la nazionale della Germania. Altre storie riguardano animali capaci di diventare delle vere e proprie star dello spettacolo come Jumbo l'elefante, il protagonista indiscusso del circo Barnum nella seconda metà del XIX secolo, e Keiko l'orca divenne una celebrità internazionale dopo aver recitato nel film per famiglie Free Willy. Ancora: alcune storie sono così incredibili da sembrare uscite dalla fantasia di Walt Disney. Chi, infatti, potrebbe credere che a fine Ottocento, in Sudafrica, un babbuino riuscì a diventare il manovratore dei segnali per i treni? Eppure, questa è la storia di Jack the Signalman, cioè il “segnalatore”, che per quasi dieci anni non commise neppure un errore nelle sue vesti di insolito ferroviere.

La copertina del libro

Dal racconto di queste e tante altre vicende, emerge come gli animali siano stati spesso protagonisti della storia, della società e dello spettacolo del mondo degli esseri umani. Ma emerge anche un’altra realtà, che troppo spesso tendiamo a dimenticare come scrive proprio l’autore nella prefazione del libro: «A ognuno di questi animali abbiamo fornito un ruolo, una funzione da ricoprire nel nostro ambiente, spesso dimenticandoci di quale fosse il loro. E, cosa ancor più grave, abbiamo dimenticato che noi stessi siamo animali, che abbiamo antenati in comune e che il nostro mondo è anche quello degli altri rappresentati del regno animale. Da bravi coabitanti, dovremmo cominciare a rapportarci al resto del mondo naturale con un maggiore rispetto e – cosa ancor più importante – con grande empatia».

Dobbiamo farlo per una ragione molto semplice: gli animali sono la nostra famiglia e sono i nostri compagni di viaggio dalla notte dei tempi. Vogliono solo che ce ne ricordiamo, finalmente.

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