Nessuno è innocente
La vita mala: il romanzo criminale della Milano anni SettantaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
L’Italia degli anni Settanta del Novecento era una nazione cupa, preoccupata, risvegliatasi improvvisamente dall’ubriacatura di benessere, vitalità e ricchezza facile del boom economico. Se potessimo prendere una macchina del tempo e ritornare a quel periodo troveremmo ancora benessere, auto, ma anche tanto smog e inquinamento, tanta rabbia sociale e violenza nelle strade delle città. Troveremmo l’onda lunga delle contestazioni del Sessantotto, che aveva scosso un’Italia ancora molto tradizionalista e bigotta, nonostante le trasformazioni del “boom” economico. La voglia di cambiare di fine anni Sessanta si era, però, oramai cristallizzata in rabbia sorda contro istituzioni e adulti che difendevano privilegi e permettevano discriminazioni e diseguaglianze. Fu una rabbia che mise i figli e le figlie contro le madri e soprattutto i padri. Quell’Italia ci farebbe un poco paura, perché segnata, nelle strade delle grandi città, da agguati e pestaggi, ma anche da tante rapine e sequestri di persona. Negli anni Settanta, infatti, le forze di polizia si concentrarono nella lotta al terrorismo e a contenere la violenza politica. La criminalità comune ebbe così mano libera e i centri urbani si riempirono di bische clandestine, prostituzione e droga. E la mafia allungò i suoi tentacoli al di fuori della Sicilia.
Questo clima di insicurezza e violenza urbana è al centro de La vita mala (Neri Pozza, 2025, pp. 352, anche e-book), romanzo dai toni marcatamente noir ambientato a Milano e scritto a quattro mani da Pierangelo Sapegno e Gianluca Tenti. Ne La vita mala ritroviamo la Milano feroce dei racconti di Giorgio Scerbanenco e dei film poliziotteschi degli anni Settanta, con criminali spietati e poliziotti disillusi, ma dal grilletto facile. Il romanzo però è anche un insieme di storie dolenti. Storie dolenti di amori perduti, di sogni che diventano incubi, di due di due amici per la pelle che diventano nemici giurati.
Tutta comincia nel 1971: sono gli Anni di piombo, ma anche dei sequestri di persona, delle rapine sanguinarie e dei morti ammazzati per strada, quelli in cui un giovanotto di periferia senza arte né parte - Dennis Talamone, detto “il Gallo” - comincia la sua scalata al Regno della Notte, per diventarne il padrone assoluto.
Una scalata sognata, agognata, ricorsa partendo dalla manovalanza criminale come ben descritto dal libro: “Fino a quel giorno, il Gallo era uno che poteva far paura, ma che non comandava. Aveva iniziato tirando pugni per strada, compiendo piccoli furti in casa o in qualche gioielleria, una volta persino in una macelleria. Picchiava la gente per riscuotere crediti. Roba da mezza tacca. Lui voleva di più”. Attorno all’ascesa spietata e cruenta del Gallo si muovono tutti i protagonisti di un mondo folle e violento: i suoi amici fedeli e quelli che lo tradiranno, sicari e banditi senza pietà, boss della mafia, preti malavitosi, pezzi deviati del potere e terroristi, giocatori d’azzardo, cantanti e attori famosi, squillo d’alto bordo, cronisti d’assalto, poliziotti buoni e poliziotti cattivi. Un mondo dove non esiste innocenza possibile e dove anche l’amore, all’ombra del male assoluto, sembra trovare la sua grandezza solo nella sconfitta.