L’altra storia della Decima Mas
Gli incursori delle Marina italiana prima del tradimento di Valerio BorghesePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Trascorsi oramai otto decenni dagli eventi drammatici della Seconda guerra mondiale tocca oramai agli storici e alle storiche mettere mano al racconto di quegli anni. Tocca agli esperti provare a mettere ordine, non con l’idea di trovare una verità definitiva e condivisa su eventi così complessi che forzatamente daranno sempre adito a discussioni, confronti, nuovi approcci e ripensamenti. Piuttosto si deve essere animati dalla consapevolezza che conoscere è sempre meglio che rimuovere e che le storie vanno raccontate, soprattutto se sono scomode. In questo modo si può anche raggiungere, almeno a volte un nobile obbiettivo: riportare in pareggio la bilancia della giustizia storica.
È quello che fa il giornalista e scrittore Alfio Caruso nel suo recente saggio Incursori del re (Neri Pozza, 2025, pp. 240, anche e-book) in cui viene ricostruita la storia della X MAS, il reparto delle Marina militare italiana specializzato negli attacchi con i siluri. Si trattava di sommozzatori che a cavalcioni dei loro ordigni (detti “maiali”) penetravano nei porti dove erano ancorate le navi nemiche, colpendole spesso in maniera inesorabile.
Era un reparto di coraggiosi, pronti al sacrificio estremo. Un reparto macchiato però da un’onta impossibile da dimenticare. Dopo l’8 settembre 1943, la X MAS, agli ordini del principe Junio Valerio Borghese, si schierò dalla parte della Repubblica Sociale e dei nazisti e si rese responsabile di orrendi crimini, che ne hanno macchiato il nome per sempre, e hanno fatto precipitare nell’oblio tutto quello che era successo prima del tragico giorno dell’armistizio. C’è, infatti, un prima e c’è un dopo, nella storia della X Flottiglia MAS della Regia Marina Italiana. Il dopo, lo abbiamo detto, fu segnato dalla scellerata scelta di Borghese e di coloro che decisero di seguirlo sulla strada dell’infamia. La X, infatti, si dedicò con particolare efferatezza alla lotta antipartigiana. C’è un prima in cui la storia del reparto è molto diversa: è una storia di lealtà e coraggio, di patriottismo, disciplina ed eroismo. A bordo dei celebri “maiali”, poche centinaia di uomini, tutti volontari, scelti dopo una selezione durissima, tennero alto durante la Seconda guerra mondiale l’onore della Marina Italiana, nonostante l’enorme sproporzione di forze: i sommozzatori della X MAS riuscirono più volte, con le loro incursioni, a piazzare ordigni sotto le navi nemiche, provocando enormi danni. La più celebre di queste imprese è senz’altro quella di Alessandria d’Egitto, dove il 19 dicembre 1941 Luigi Durand De la Penne, Emilio Bianchi, Vincenzo Martellotta, Mario Marino, Antonio Marceglia e Spartaco Schergat riuscirono ad affondare due corazzate inglesi, guadagnandosi la stima persino di Winston Churchill.
Come scrive Caruso nel suo libro: «Durante i trentanove mesi di guerra (giugno 1940-settembre 1943) i mezzi d’assalto delle X Mas hanno affondato o gravemente danneggiato naviglio militare per circa 76mila tonnellate di dislocamento (il 38% delle 200mila tonnellate costituenti il bottino della flotta italiana). Mentre per il naviglio mercantile il conto sale a 148mila tonnellate di stazza lorda (il 15% del computo complessivo di un milione di tonnellate). Nelle 38 azioni sono stati complessivamente impegnati 238 uomini. Quasi da non crederci che abbiano fatto tremare la Royal Navy».
Di quei 238 uomini solo quattro, compreso il comandante Borghese, erano fascisti dichiarati. Gli altri erano soldati italiani animati da uno straordinario amor patrio e capaci di una stupefacente serie di eroismi. Non a caso la X Flottiglia MAS della Regia Marina Italiana è il reparto più decorato dell’esercito italiano: 31 medaglie d’oro su 238 componenti. Vale la pena di scoprire nelle pagine di Alfio Caruso la loro storia.