IL MIRAGGIO DELL'ALTROVE – L'attualità del tema migratorio è sotto gli occhi di tutti e tocca l'Italia in modo particolare, ma spesso viene dibattuto senza far ricorso alla nostra memoria storica, e cioè a quell'epopea che nell'arco di un secolo, tra 1870 e 1970, ha visto partire circa 27 milioni di italiani verso ogni angolo del mondo.

Un esodo che ha toccato particolarmente la Sardegna, già gravata dalla debole crescita demografica, e che ha pesato moltissimo sul suo destino economico e sociale.

Nel tempo si sono alternati picchi di partenze e momenti di stasi, ma da alcuni decenni un fenomeno che si pensava ormai superato è tornato a toccare prepotentemente la Regione, anche se oggi ha un profilo diverso e riguarda soprattutto le fasce di popolazione più giovani e istruite.

IL SECOLO DEI BASTIMENTI – Dalle prime ondate di fine '800 a quelle del periodo tra le due guerre l'emigrazione è stata per molti italiani l'unica alternativa a una miseria nera, e talvolta per i governi di turno ha rappresentato un ammortizzatore sociale alternativo alle riforme. Dall'Isola si partiva verso le "terre promesse" del nord Africa, dell'Europa, delle Americhe o più semplicemente del "continente", a ondate più o meno massicce, interrotte solo da precise congiunture storiche come la Grande Guerra, il ventennio fascista, la Grande Depressione post '29, la seconda guerra mondiale e in anni più recenti la crisi economica e occupazionale degli anni '70.

Dalle pagine di Album Sardo

IL BOOM DEL DOPOGUERRA – La stagione più amara in termini di espatri si vivrà tra il 1950 e il 1970, quando l'emigrazione assume tratti endemici e tocca cifre record, proprio negli anni della ricostruzione e di quel boom economico che riguarda solo una parte d'Italia.

È il tempo in cui i sardi partono dalle ex aree minerarie e dalle zone agro-pastorali diretti versi i grandi centri industriali del Settentrione, d'Europa e in misura minore d'Oltreoceano, mentre il Governo centrale e quello regionale elaborano il Piano di Rinascita per lo sviluppo dell'Isola.

Poi l'emorragia si placherà per un ventennio, almeno fino alla fine del '900, ma i danni economici e sociali provocati dal fenomeno saranno immensi, paragonabili, come ha scritto lo storico Leopoldo Ortu, alla somma stanziata dallo Stato con il Piano di Rinascita.

LA STORIA SI RIPETE – Il nuovo volume di Album Sardo ripercorre questa pagina di storia italiana attraverso le foto personali dei migranti raccolte da Rotary Club di Dorgali e il famoso scatto di Uliano Lucas di un emigrato sardo davanti al Pirellone di Milano. Ma guarda anche al presente con il progetto Migrazioni - I sardi nel mondo del fotografo Antonio Mannu e dell'Associazione Ogros, che in sei anni di lavoro hanno raccolto i ritratti e le testimonianze di 170 persone emigrate in 21 Paesi del mondo.

Il progetto fotografico di Antonio Mannu sui sardi nel mondo

Barbara Miccolupi

(Il 21° volume di Album Sardo è in edicola da sabato 18 novembre in abbinamento facoltativo a L'Unione Sarda - 2,80 Euro oltre al prezzo del quotidiano).
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