Da Cagliari a Caprera, passando per i paesi dell'interno della Sardegna, in un viaggio nella memoria che dura lo spazio di tre decadi attraverso 127 scatti in bianco e nero. Sono i contenuti della mostra "Guido Costa, fotografie della Sardegna del primo Novecento", che si apre domani a Olbia nella Sala Expò (alle 19) di via Porto romano.

La rassegna, visitabile fino al 31 agosto (tutti i giorni, dalle 18 alle 24, ingresso libero) rende fruibile l'intero corpus del fondo di proprietà dell'Istituto Superiore Regionale Etnografico dedicato, appunto, a Guido Costa, nato a Sassari nel 1871 e morto a Cagliari nel 1951, dove trascorse gran parte della sua vita. Figlio di Enrico Costa, noto scrittore e studioso della Sardegna, Guido fu insegnante di inglese e giornalista pubblicista, oltre che conferenziere e fotografo dilettante.

Ritratto al femminile. Courtesy Isre Nuoro

La collezione in esposizione è costituita da negativi in bianco e nero su lastre di vetro e su pellicola al nitrato. Nel suo complesso diventa un affascinante romanzo esistenziale, che racconta con lo sguardo fresco del fotografo vedute panoramiche e particolari di paesaggi, paesi dell'interno, soprattutto Desulo e Aritzo, e scorci del Campidano. All'occhio curioso di Costa non sfuggono i dettagli: oggetti e manufatti della cultura materiale, di attività tradizionali, particolari di balconi in legno e ornamenti sartoriali.

La città di Nuoro in uno scatto in mostra. Courtesy Isre Nuoro

E poi i volti - dei ragazzi che escono da scuola, delle donne che sfilano in processione - attraverso cui la Sardegna del primo Novecento si fa attuale, si rivela e si racconta al visitatore.

Ad accompagnare l'esposizione un ricco catalogo, con un'ampia selezione di tavole.

(Unioneonline/v.l.)

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