Nella seconda metà dell’Ottocento, il governo americano decise di sfruttare le immense risorse e gli spazi sterminati dei territori occidentali, il cosiddetto Far West. Queste terre, che si estendevano tra la costa orientale e occidentale degli Stati Uniti, erano fertili e adatte all’agricoltura e all’allevamento. Tuttavia, insediarsi in queste aree significava intraprendere un viaggio di mesi verso terre lontane da ogni centro abitato, affrontare – e talvolta scontrarsi – con le tribù di nativi che da tempo immemore abitavano quei luoghi, resistere a fame, freddo, fatica e malattie.

Nonostante i numerosi pericoli, milioni di immigrati provenienti dall’Europa scelsero questi rischi, preferendoli alla certezza della miseria e della fame che li attendeva nei loro paesi d’origine. Tra questi pionieri, molti erano tedeschi, scandinavi e irlandesi, e spesso partivano intere famiglie, inclusi uomini e donne. Per le donne, la vita era estremamente difficile. Si trovavano a vivere in un mondo violento, dominato dalla violenza della natura e degli uomini.

Proprio le donne del Far West sono le protagoniste del romanzo "L’accompagnatore" (Jimenez Edizioni, 2025, pp. 256), scritto da uno dei grandi maestri del narrativa western, Glendon Swarthout.

La copertina del libro

Il romanzo - da cui è stato tratto il film The Homesman diretto e interpretato da Tommy Lee Jones, con Hilary Swank e Meryl Streep – prende il via nel 1850, nelle terre desolate del Nebraska. La vicenda ruota attorno a Mary Bee Cuddy, un’insegnante sola e indomita, che si assume un incarico disperato: scortare fino a Hebron, in Iowa, quattro donne profondamente segnate dall'esperienza di vita sulla frontiera e ormai cadute in preda alla follia.

Per portare a termine questa ardua missione, Mary Bee si affida a George Briggs, un vagabondo inaffidabile che la donna ha salvato da una morte certa. Briggs è un uomo che vive ai margini della società, proprio come le donne che accompagna: anime fragili e logorate, segnate da anni di isolamento e fatica, intrappolate in un territorio che le ha consumate lentamente. Insieme, Mary Bee e Briggs affrontano, in senso inverso, la corrente della colonizzazione, attraversando tempeste di neve, terre selvagge e pericoli costanti. Il loro viaggio diventa una lotta contro la solitudine, un tentativo di resistere e, chissà, di scoprire un nuovo inizio.

Con una narrazione avvincente e incisiva, Swarthout ci conduce in una storia di frontiera che pone al centro la vita delle donne, offrendo un ritratto crudo e autentico delle dure condizioni di vita e della lotta per la sopravvivenza durante l’epoca della colonizzazione.

Il risultato è una storia coinvolgente, ricca di umanità, di speranze e delusioni, di bellezza e brutalità, che racconta le vite dimenticate di chi non è riuscito a sopravvivere al fragile sogno del vecchio West.

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