Già nell’ottocentesco dizionario storico geografico Angius-Casalis si dà risalto alla presenza dei pozzi romani in località Canabis: importanti, costruiti con blocchi di arenaria, con copertura a crociera a base quadrata, dalla loro apertura laterale gli asseminesi andavano ad attingere l’acqua per l’uso domestico. Un patrimonio culturale archeologico di grande valore che attualmente è in uno stato di degrado evidente.

A fianco di quei pozzi venne costruito, negli anni della prima metà del ‘900, un fabbricato che per tanto tempo è stato adibito a bar, un punto di ristoro adiacente proprio ai giardini di Canabis, oggi in rovina.

Un'altra immagine del degrado (foto Matta)

«Di quella struttura fatiscente – dichiara Luigi Garau (coordinatore del Psd’Az) rimane un edificio pericolante e mezzo demolito. A fianco anche una cabina con un contattore elettrico e i 4 pozzi a croce, tre coperti da una intelaiatura metallica chiusa con un lucchetto e uno da uno strato di cemento». «Il degrado – continua Garau - è evidente non solo per opera dei vandali, ma anche per lo stato di abbandono in cui versa. Quel sito dovrebbe essere tutelato anche dalla stessa Sovrintendenza, reso visibile e fruibile, riportato allo splendore che merita. Se Assemini vuole proporsi come città turistica, nel futuro, deve riportare alla luce tutti i beni identitari».

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