Ricorre oggi, 7 febbraio, la Giornata Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo. Istituita per la prima volta nel 2017, ha lo scopo di sensibilizzare adulti e ragazzi su un fenomeno sociale purtroppo particolarmente presente fra le nuove generazioni.

A ricordarlo è stato anche lo stesso Papa Francesco nell’intervista rilasciata ieri sera a Fabio Fazio a “Che tempo che fa”: "Il problema dell'aggressività sociale lo hanno studiato psicologi e sociologi bene. Sottolineo che è cresciuto il numero dei suicidi giovanili: c'è una aggressività che scoppia, basta pensare nella scuola al bullismo. È una aggressività nascosta, è un problema sociale”.

I DATI – I dati contenuti in un rapporto diffuso nei giorni scorsi da “Terre des Hommes” sono impressionanti: 1 adolescente su 2 è vittima di bullismo. In particolare, il 50% dice di aver paura di subire violenza psicologica, il 44% di bullismo e di aver provato "profondo dolore" per discriminazioni a causa dell'orientamento sessuale, offese razziste, bodyshaming, atti di denigrazione, violenza e incitazione al suicidio. E in rete 7 adolescenti su 10 non si sentono sicuri. A preoccuparli maggiormente è proprio il rischio di cyberbullismo (68,8%) seguito da revenge porn (60%), furto di identità (40,6%) e stalking (35%). Ma anche la alienazione dalla vita reale (32,4%), con la creazione di modelli irraggiungibili, è fonte di frustrazione.

LA VERGOGNA – Secondo, invece, dati raccolti attraverso la piattaforma Elisa, il sistema di monitoraggio online rivolto a tutte le scuole italiane e promosso dal MIUR, il senso di vergogna che spesso accompagna bambini e ragazzi che subiscono atti di bullismo, porta spesso le vittime a nascondersi e a non parlare con nessuno di quello che sta loro accadendo.

Il volto più pericoloso del bullismo è spesso proprio il silenzio che riguarda in modo preoccupante anche il gruppo dei coetanei, ovvero di coloro che sono testimoni di episodi di prepotenza nei confronti dei compagni ma non fanno nulla per intervenire.

ROMPERE IL SILENZIO – È per questo che parlare di bullismo e cyberbullismo con i più giovani resta il primo, importante passo per sensibilizzare i ragazzi ed arginare i rischi. A partire dalla famiglia e dai genitori.

IL RUOLO DELLA FAMIGLIA – "Serve vicinanza con i figli – ha ricordato ieri Bergoglio –: quando si confessano coppie giovani o parlo con loro chiedo sempre: 'Tu giochi con i tuoi figli?' A volte sento risposte dolorose: 'Padre, quando esco dormono e quando torno pure'. Questa è la società crudele che allontana i genitori dai figli. E anche quando i figli fanno qualche scivolata, anche da grandi, bisogna essere loro vicini, bisogna parlare ai figli. I genitori che non sono vicini non operano bene, devono essere quasi complici dei figli, quella complicità che permette di crescere insieme padri e figli".

(Unioneonline/v.l.)

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