“Cara Unione,

sono uno di quei 160 passeggeri presenti sul volo Parma-Cagliari del 12 dicembre e passato nelle scorse ore alle cronache per la ‘fiammata’ che ha costretto il velivolo a fermarsi poco prima del decollo facendo intervenire i vigili del fuoco.

Tutti parlano del problema dell’aeromobile, ma qualcuno che parli delle persone che sono rimaste in aeroporto per ore senza una risposta alle loro domande?
L’incidente è avvenuto alle 12:55 circa e alle 13:15 ci hanno fatto scendere dall’aereo, dopodiché silenzio per ore. Ci hanno ‘buttati’ in aeroporto, come se fossimo dei pacchi, non come delle persone.

Non ci è stata data nemmeno una bottiglia d’acqua ed un panino, ma alle 15:30 ci è stato dato un buono da usare nel bar dell’aeroporto, comprendeva una bottiglietta d’acqua e un pacchetto di patatine, ci stavano offrendo la merenda?!

Nessuno dice che ci siano colpe per la compagnia, non era un avvenimento calcolato, ma io mi chiedo: è possibile che 160 persone vengano lasciate in un aeroporto per ore senza sapere se potranno tornare a casa? Senza sapere se partiranno da quell’aeroporto o da un altro? Ripeto, eravamo delle persone, non dei pacchi.
I disagi per noi sono stati tanti, i posti a sedere nell’aeroporto non erano sufficienti, poiché Parma è un aeroporto veramente molto piccolo. Inoltre, il bar era impreparato, il pagamento in contanti era praticamente impossibile e non tutti possiedono un bancomat. Il personale dell’aeroporto? Invisibile".
M. P. – Cagliari

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