Pubblichiamo oggi la segnalazione di un lettore relativa alle discrepanze nei provvedimenti presi, nel mondo del lavoro, a tutela delle attività dei soggetti portatori di handicap. In particolare, secondo il nostro lettore, mentre le diagnosi di alcune tipologie di malattie portano a sostegni e benefici immediati, in alcuni casi e come ad esempio per i soggetti affetti da sclerosi multipla, il percorso è molto complicato.

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"Gentile redazione,

con riferimento al mondo del lavoro si fa un gran parlare di questo o quel provvedimento preso in favore delle persone portatrici di handicap. Peccato che si tratti di un operato, a mio avviso, mal gestito.

Le stesse linee guida dell'INPS, volte a dare certezza ai medici e non solo, prevedono dei parametri che vengono letti ed interpretati solo in modo restrittivo e miope, e che prevedono, nella pratica e per chi riesce a superare i cinquecento metri a piedi, senza aiuti, di essere abile arruolato e non destinatario di nessuna agevolazione.

Per i malati di sclerosi multipla, ad esempio, viene stabilito un valore EDSS (Expanded Disability Status Scale) secondo cui, per esser considerati portatori di handicap grave, è necessario avere un dato superiore a 5, altrimenti non si ha diritto praticamente a nulla. L'alzheimer, una volta diagnosticato, permette invece di avere subito una serie di diritti e agevolazioni.

In sostanza, la persona affetta da sclerosi multipla per avere, al lavoro, una riduzione d'orario senza subire una riduzione dello stipendio deve aver certificato quello status, ma ci sono disabilità importanti che non lo raggiungono, con seri problemi di gestione delle attività lavorative per questa tipologia di soggetti.

AISM ed altre associazioni hanno provato a sensibilizzare chi di dovere, ma la risposta ad oggi ottenuta è pari a zero, silenzio assoluto.

Mi chiedo come tutto ciò sia possibile, e mi auguro possano essere presi concreti provvedimenti in merito".

S. D. - Cagliari

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