Pubblichiamo oggi la segnalazione di un lettore relativa all'importanza, per le donne che si sottopongono a cicli di chemioterapia, di vedere riconosciuto dalla Regione Sardegna un contributo per l'acquisto di una parrucca nelle fasi durante e post trattamento.

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"Gentile redazione,

scrivo per portare all'attenzione generale un problema che è di non poco conto per molte donne. In particolare, sarebbe una grande conquista se la Regione Sardegna riconoscesse il diritto ad avere un contributo per l'acquisto di una parrucca nelle fasi durante e post trattamento chemioterapico.

La chemioterapia, come ben si sa, consiste nell'uso terapeutico di particolari farmaci molto aggressivi nei confronti delle cellule tumorali. Sfortunatamente, la loro aggressività si estende anche a cellule e tessuti normali nell'organismo, compresi i bulbi piliferi responsabili della crescita e della robustezza dei capelli. E' questa la causa della caduta dei capelli susseguente ad un ciclo di cure. Generalmente i capelli iniziano a cadere entro pochi giorni, o a poche settimane dall'inizio del trattamento, e la caduta può essere più o meno intensa a seconda dei farmaci utilizzati, del loro dosaggio, nonché del modo in cui il paziente dimostra di reagire alla terapia.

In certi casi la caduta può risultare permanente, oppure la ricrescita può essere anche parziale, con esiti estetici, purtroppo, assai discutibili. Certo, la consapevolezza di dover perdere i propri capelli provoca forti emozioni, stress, rabbia e, talvolta, depressione. La forza interiore del malato è in questi casi determinante, per ritrovare la serenità perduta, così come la solidarietà dell'ambiente familiare, dei colleghi e degli amici.

Se per gli uomini si potrebbe azzardare nell'affermare che ciò non comporta particolari disagi psicologici, perché il fenomeno della perdita dei capelli è ampiamente diffuso ed è sociologicamente "ben tollerato", per le donne invece il discorso è purtroppo molto diverso: la capigliatura ha sempre un significato particolarmente intenso tra le donne non solo dal punto di vista estetico, ma anche socio-psicologico. La perdita dei capelli in una persona di genere femminile equivale a squadernare la propria situazione più intima a ogni persona che viene incontrata, anche se perfettamente sconosciuta.

Questa situazione comporta un ulteriore patimento a carico di pazienti oncologiche che già soffrono terribilmente per la loro lotta contro il tumore, e con maggior frequenza le bambine o le adolescenti e le donne si rifiutano di uscire di casa e di vedere altre persone proprio nei momenti peggiori, e proprio quando il contatto umano sarebbe più utile.

La consapevolezza di poter contare su un prodotto di alta qualità come la parrucca, ad oggi un 'lusso' per molte donne, aiuta a ritrovare forza in se stessi e la volontà a reagire.

E' per tale ragione che la parrucca non deve essere considerata un accessorio estetico ma una mera e propria protesi.

Mi sono rivolto in prima persona al Sindaco di Alghero perché la Giunta istituisca, qualora non sia presente, una voce di spesa nei prossimi bilanci, e nel frattempo stimoli la Regione Sardegna affinché le ASL regionali possano iniziare ad erogare tale presidio, come già accade in altre regioni d'Italia".

Grazie dell'attenzione,

A. B. - Alghero

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