Cacciato via dall’Arma dei Carabinieri perché trovato positivo alla cocaina, nonostante si fosse difeso sostenendo che l’esisto del test potesse essere legata ad una terapia antibiotica per curare la bronchite. La decisione della commissione di disciplina è stata ritenuta legittima dai giudici del Tar Sardegna che hanno respinto il ricorso del miliare.

Le ragioni dell’allontanamento erano state chiare. Il carabiniere, all’epoca dei fatti, era stato mandato d’autorità a fare una visita di idoneità all’Ospedale Militare di Cagliari ed era risultato «positivo ai metaboliti della cocaina». «Tale condotta», aveva poi chiarito la Commissione, licenziandolo, «è da ritenersi biasimevole sotto l’aspetto disciplinare, in quanto contraria ai principi di moralità e rettitudine che devono improntare l’agire di un militare, ai doveri attinenti al giuramento prestato e a quelli di correttezza ed esemplarità propri dello status di militare e di appartenente all’Arma dei Carabinieri, Istituzione impegnata prioritariamente in compiti di prevenzione e repressione dei fenomeni criminosi connessi ai reati in materia di stupefacenti».

Determinante anche il fatto che il carabiniere avrebbe dovuto mantenere dei requisiti psicofisici correlati al porto e all’utilizzo della pistola. Contro il licenziamento il militare aveva presentato ricorso con gli avvocati Riccardo Salmeri e Pietro Prciani, ma i giudici lo hanno ricorso ritenendo che sia stato «accertato il venir meno delle doti morali necessarie per l’appartenenza alla Forza Armata».

Francesco Pinna

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