La cascata Sa Giuntura è una delle più belle cascate in Sardegna: si trova nel Supramonte di Urzulei, una zona celebre per le escursioni, ricca di laghetti e nicchie naturali. Famoso il Rio Flumineddu.

Cascata Sa Giuntura

Per arrivare alla cascata de Sa Giuntura bisogna percorrere uno dei percorsi di trekking più interessanti e difficili della Sardegna. Le stagioni migliori per cimentarsi in questa sfida sono la primavera e l’autunno. Sconsigliata l’estate e in generale giorni di gran caldo.

Dove si trova?

Al confine tra il Supramonte di Dorgali e il Supramonte di Urzulei.


Come arrivare alla cascata?

Il sentiero parte dal passo di Ghenna ‘e Silana (1000 m.s.l.m.) e risale percorrendo fra i calcari e la macchia mediterranea la Costa Silana per circa 1 km per poi arrivare in cresta (1200 m.s.l.m.) da dove si apre un superbo panorama sul Supramonte di Urzulei e Dorgali.

Tappa 2

Dal filo di cresta inizia la discesa lungo la costa del monte. Una breve deviazione permette di raggiungere la dolina di Neulacoro (1100 m.s.l.m.), un vero gioiello carsico del Supramonte di Urzulei distinta dalle pareti verticali, al cui interno si conserva una piccola, ma meravigliosa, foresta di antichissimi tassi con fratture che hanno una profondità di circa 30 m.

Tappa 3

Il sentiero prosegue per circa 600 m presentando alcune difficoltà, sia per le pendenze, sia per la conformazione del fondo e poi giungere in località Sa Terra Ona l’incrocio con il sentiero 502 A (sulla sinistra).

Tappa 4

Procedendo in discesa lungo il margine orografico destro del Rio Orbisi si incontrano una serie di bellissimi ovili cuile or mufrones, come il Cuile Orbisi; proseguendo si raggiunge una radura in località Orbisi dove il sentiero incontra il punto di partenza sentiero B-504.

Tappa 5

Avanzando sempre in discesa lungo il sentiero per circa 370 m, dopo una serie di svolte, si può arrivare al greto della Codula Orbisi. Esattamente di fronte, sull'altro lato, troviamo un sistema di rampe e cengette rocciose che ci permette di guadagnare il piccolo altipiano con lecci secolari di Sedda Ar Baccas dove ritroviamo anche la pista di servizio lastricata. Sotto la lecceta si trovano il Cuile Sa Cungiadura e il Cuile Marcurichè.

Tappa 6

Si esce dal suggestivo bosco di leccio proseguendo per circa 320 m lungo la pista, poi sterrata sino al pianoro Campu Sa Carcara dove si incontra prima uno splendido esemplare di taxus baccata e poi il punto di partenza del sentiero B-504 A. Sul lato sinistro del sentiero sono visibili la tombe dei giganti del villaggio nuragico Campu Sa Carcara.

Tappa 7

Si prosegue in lieve discesa sul sentiero e si svolta a sinistra; dopo una decina di metri sulla destra si trova il bivio con il sentiero 502 B che porta verso l’imponente Pischina Urtaddala nella codula di Orbisi. Nel caso si decida per questa breve deviazione, una volta ritornati sul B 502, si prosegue la discesa per circa 800 mt. verso la vallata scavata dal rio Flumineddu. La discesa si fa più ripida e, attraversato un tratto alberato, si esce allo scoperto, sulla sommità di una schiena rocciosa che divide il corso del Flumineddu da quello di Orbisi che andrà percorso fino al laghetto di Sa Giuntura dove i due solchi si incontrano. Nella discesa sulla parte sinistra si può ammirare nuraghe Mereu mentre sulla destra della discesa la cascata di Cunnu ‘e sebba, le altissime pareti di Gorropu e le bizzarre incisioni che lo scorrere dell’acqua ha causato sulla roccia calcarea.

Le escursioni

Lungo il percorso sono tanti i punti panoramici da dove è possibile ammirare sia il mare (Golfo di Orosei) che la montagna. Numerose sono inoltre le entità floristiche spesso endemiche che si trovano lungo il percorso e decine le bellezze naturalistiche come una lecceta secolare e un tasso monumentale (Taxus baccata) che è stato catalogato fra i grandi alberi della regione sarda.


I luoghi naturali da vedere

Il percorso ricade quasi interamente nel Sito di interesse comunitario (SIC) del Supramonte di Oliena, Dorgali, Urzulei e risulta di grande interesse paesaggistico per le guglie di roccia e per i fenomeni carsici che si possono ammirare percorrendo la Codula di Orbisi prima di arrivare alla famosa Gola di Gorroppu.

La tomba dei giganti di Sa Carchera, il villaggio nuragico di Orruinas e gli antichi rifugi dei pastori sardi (barraccos) in località Sedda ar Baccas, ci ricordano invece la lunga presenza dell'uomo in questi territori.

Punto finale dell’escursione è la Gola di Gorroppu, possente canyon alto sino a 400 m che racchiude al suo interno la Pischina Urtaddala, laghetto dove si convogliano le acque sotterranee espulse poi durante il periodo di piena sul rio Flumineddu.

I laghetti e le nicchie naturali

Nel territorio barbaricino, immerso nel Supramonte, circondata da fitti boschi e splendidi oleandri, troviamo il più imponente canyon naturale d'Italia e d'Europa: la Gola di Su Gorroppu. Questo è uno dei simboli più incantevoli e impressionanti delle montagne sarde. Un silenzio e una natura selvaggia accolgono il visitatore fra le impressionanti pareti che in alcuni punti superano i 400 metri di altezza.

La gola, il cui fondo è ricoperto da grandi massi levigati e bianchi, è una profonda ferita tra il Supramonte di Orgosolo e quello di Urzulei, una fenditura strettissima scavata nel corso di millenni dalle acque del rio Flumineddu. Il fiume prosegue oltre la gola, aprendosi in minuscoli laghetti e uscendo in basso verso la valle di Oddoene dove alimenta diverse sorgenti. Ci si può giungere a piedi, dopo due ore di cammino, seguendo il sentiero lungo il rio Flumineddu che porta sino alla gola, in un paesaggio di grande bellezza. 
(Unioneonline)

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