Ci sono persone che lasciano un solco profondo nella vita altrui con il loro sorriso, la loro voglia di scherzare, la loro correttezza, il loro modo di essere. E quando se ne vanno all’improvviso, colpa di un aneurisma, dopo una vita dedicata allo sport, agli amici, alla famiglia, davanti agli occhi della moglie e della figlia dodicenne, il dolore diventa insopportabile e inaccettabile.

Così è successo per Carlo Usai, scomparso all’età di 49 anni il due novembre scorso a Cagliari, a casa sua. Aveva appena finito il suo allenamento settimanale di tennis, al Ferroviario, con il maestro Fabrizio Murgia, e il giorno prima aveva il fatto il bagno nelle acque di Torre delle Stelle insieme alla moglie Sara.

I familiari in quel momento sono stati travolti dall’affetto degli amici del tennis, dei colleghi poliziotti, di chi l’ha conosciuto e frequentato a Torre delle Stelle, nel quartiere del Sole a Cagliari. Così la moglie Sara, la sorella Alessia, la madre Maria Bonaria e il compagno di doppio Lucio Tronci hanno dato vita a un’associazione senza fini di lucro, la Ads Briciola, il nomignolo affettuoso che gli avevano messo i suoi amici quando era il gioiello della scuola tennis del Campo Rossi.

«Lo scopo – spiega la sorella Alessia – è quello di non dimenticare Carlo e di ricordarlo ogni anno con una manifestazione sportiva e una raccolta benefica».

Si comincia con un torneo di tennis, il memorial Carlo Usai, dal 22 maggio al 3 giugno al Campo Rossi, il circolo della sua giovinezza (poi militò nel Tennis club Cagliari, al Cus Cagliari e in ultimo al Tc Su Planu). «I partecipanti – prosegue Alessia –potranno fare una donazione in favore dell’associazione Diabete zero, un gruppo di volontari che si occupa di prevenzione e assistenza sanitaria».

Carlo Usai con la divisa della Polizia di Stato (foto concessa dalla famiglia Usai)

Carlo Usai era un poliziotto che lavorava nel nucleo della Procura di Cagliari, dopo la gavetta all’isola d’Elba (nove anni di servizio, lì ha conosciuto la moglie Sara) e diversi anni alla Digos della Questura di Cagliari. Laureato in Giurisprudenza, aveva anche il titolo di avvocato ma non ha mai pensato di lasciare la Polizia di Stato, dove era un punto di riferimento anche per i colleghi per la sua disponibilità, il suo buonumore contagioso, la sua capacità di fare gruppo. Di recente una collega che ha lavorato con lui solo per pochi mesi, il giorno in cui è andata in pensione, ha chiesto di devolvere il tradizionale regalo dei colleghi all’associazione Briciola, proprio in ricordo del collega scomparso all’improvviso.

La sorella Alessia Usai racconta che in quei giorni l’abbraccio degli amici è stato così forte che subito si è pensato di mettere in piedi un’associazione che potesse organizzare appuntamenti per ricordare ogni anno Carlo: «Vorremmo che il memorial di tennis diventasse un appuntamento fisso e di questo ringraziamo il Campo Rossi. Ma vorremmo anche promuovere una gara di pesca, l’altra grande passione di Carlo, oppure altre manifestazioni come la pulizia della spiaggia di Torre delle Stelle, un posto del cuore per mio fratello. Ogni eventi sarà abbinato a una donazione, a un atto solidale>.

Carlo Usai era stato una promessa del tennis sardo negli anni 80. Vicecampionesardo under 12 alle spalle del sassarese Gianni Sgarella nel 1986, poi campione sardo under 18, ha giocato sino alla Serie C (vinta con il Cus Cagliari) prima di dedicarsi agli studi. Fisico minuto, agilissimo, velocissimo. Sul campo le sue doti tecniche erano indiscutibili, ma soprattutto l’aspetto mentale era straordinario. Durante un torneo nazionale under 12 a Roma, il campione azzurro Adriano Panatta lo vide giocare contro un ragazzino molto più prestante di lui, alto, che tirava fortissimo: Carlo Usai vinse il match giocando un’infinità di smorzate e pallonetti millimetrici, colpi di rara difficoltà tecnica. Panatta si informò subito su quel ragazzino sardo: «Ma chi è quel cervellone? Gioca un tennis fantastico».

Carlo Usai con la figlia Camilla (foto concessa dalla famiglia Usai)

Mai un’ammonizione o un’intemperanza in campo, soltanto educazione e rispetto del gioco e dell’avversario, sembra quasi superfluo dirlo per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo da ragazzino e di non perderlo di vista neanche da adulto, quando è diventato uno stimato professionista e un ottimo marito e padre di famiglia.

Per Lucio Tronci, Carlo Usai era un fratello: «Preferisco parlarne al presente: Carlo è l'amico che tutti vorrebbero avere, silenzioso, talmente disinteressato da non fare domande. La persona a cui affidare le chiavi di casa. Ci siamo conosciuti a 10 anni sui campi da tennis e abbiamo passato insieme tutte le tappe della vita: maturità, laurea, lavoro, matrimonio, figli. Un’amicizia andata molto oltre il tennis. Carlo è l'amico geniale, sempre pronto a vedere oltre, mi ha dedicato il suo tempo migliore. Di questo gli sono infinitamente riconoscente: della qualità del tempo passato insieme, a godere del sole, di una buona spiaggia o di una smorzata giocata bene con il giusto taglio sotto la palla, senza inutili recriminazioni su ciò  che non si è riusciti ad essere. Il nostro rapporto era fatto di grandi risate e grandi silenzi. Ed erano proprio i silenzi a dare il senso più profondo alla nostra amicizia fraterna. Non ci siamo mai detti tante cose, sarebbe stato superfluo tanto eravamo certi di esserci l'uno per l'altro».

Carlo Usai dopo una battuta di pesca subacquea (foto concessa dalla famiglia Usai)

Struggente il ricordo della moglie Sara: «Mi mancano il suo buonumore, le sue battute, i suoi scherzi. Mi chiamava Sarina in pubblico per mettermi in imbarazzo, era innamorato della vita e di nostra figlia Camilla, si illuminava quando la guardava. Durante il torneo al Campo Rossi sarà la ricorrenza del suo cinquantesimo compleanno: pensava si trascorrerlo in un pesca turismo, nel Nord Sardegna. Nessuno poteva immaginare quello che è successo: pochi giorni prima aveva superato brillantemente le visite medico sportive per il tennis e per la pesca subacquea. Adesso cerchiamo di andare avanti, ma senza di lui è davvero un’altra vita».

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