Svanisce la favola Chievo
Dalla Terza Categoria alla Champions, poi il declino: l’esclusione dalla B per irregolarità nell’iscrizione
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I “mussi volanti” (letteralmente “gli asini che volano”) finiscono dalle stelle alle stalle. Dal miracolo Del Neri a Pillon, da Eriberto (che si fece Luciano, dopo che venne alla luce la vicenda della carta d’identità “taroccata”), alle gesta del capitano per sempre Sergio Pellissier e alle dignitose salvezze con Rolando Maran. Ma anche al grande salto dalla Terza Categoria alla Champions League. Ora la favola Chievo pare agli sgoccioli. Ed è un calvario annunciato, che il Collegio di Garanzia qualche giorno fa ha soltanto ratificato, confermando l’inammissibilità dell’iscrizione del club alla Serie B. Una flebile speranza è appesa a un pronunciamento del Tar, attesa per il 2 agosto: il Chievo rischia, se non di scomparire, di ripartire dai Dilettanti. In B sarà riammesso il Cosenza.
La vicenda. Dopo la prima bocciatura della Covisoc, il Consiglio federale della Figc prima, e del Collegio di Garanzia poi hanno confermato il verdetto. Quanto al club gialloblù, il numero uno della Lega di B, il sardo Mauro Balata, aveva dichiarato: “Io sono un garantista, com'è noto. Il Chievo è una società che ha una storia importante". Gabriele Gravina, presidente della Figc, ha evidenziato tutta la sua amarezza: "Avevamo allontanato il rischio di perdere squadre iscritte e invece perdiamo anche una squadra di B. Sono segnali allarmanti, che richiamano comunque un intervento", ha sottolineato il capo del calcio italiano parlando di riforma dei campionati. "I tempi sono gli stessi, la necessità di un'accelerazione deriva da una maggiore serenità e positività che abbiamo assimilato in questi 50 giorni di Europei. Non cambia il mio impatto psicologico in termini di convinzione nel dire che è indispensabile un percorso di riforma”. Tra le idee per ammorbidire il rischio di doppio salto dalla A alla C, la Federcalcio starebbe pensando a una Serie B2 cuscinetto tra la Serie A e una C più asciutta.
Le riserve. La Covisoc ha espresso riserve su alcune rateizzazioni fiscali stipulate dal Chievo e poi sospese con l'Agenzia delle Entrate. Il club aveva presentato ricorso al Collegio di Garanzia ritenendosi in regola con le normative. La favola dei “mussi volanti” era stata comunque già minata dal caso della plusvalenze fittizie e dall’indagine della Procura Federale su presunti illeciti amministrativi dal 2015 al 2018, che per l'accusa, si sarebbe consumato in una serie di plusvalenze realizzate tra la società veneta e il Cesena per ottenere l'iscrizione ai rispettivi campionati.
La storia. Una favola non sporcata, ma senz’altro affievolita, quella dei gialloblù. Anche perché il Chievo - presieduto da Luca Campedelli dal 1992 – incarna un miracolo sportivo che svanisce dopo 35 anni di professionismo, 17 campionati di A (di cui 11 consecutivi), 10 di B, la Champions League e la Coppa Uefa. Nelle sue due ultime annate tra i cadetti ha disputato i playoff per tornare nella massima serie, senza centrare l’obiettivo. La prima promozione in Serie A avvenne nel 2001 grazie all’impresa della banda-Del Neri: è l'unica squadra della storia del calcio italiano a raggiungere la massima serie partendo dalla Terza Categoria, un record che tutt'ora appartiene ai veronesi. Ha partecipato alla Champions League nel 2006-2007 e alla Coppa Uefa per due edizioni (2002-2003 e 2006-2007). Decisivo, per la grande scalata, è stato l’impegno della famiglia Campedelli, che controlla la Paluani.
Dolore. In attesa del pronunciamento del Tar, ultima chance per la squadra veronese di tornare tra i vivi del calcio, lo storico capitano dei clivensi, Sergio Pellissier, si mostra addolorato: “Ho perso, se tutto fosse confermato, la società nella quale sono cresciuto, nella quale ho creduto e per la quale ho dato tanto. E poi c’è dispiacere per tutte quelle persone che vogliono bene e amano questa società. Mi auguro che ci sia un bel miracolo, che possano essere iscritti e che tutto possa finire per il meglio. Il Chievo del futuro? Vorrei un Chievo sano, onesto, umile come era vent’ anni fa. A me basterebbe rivedere quel Chievo. Poi, i risultati possono arrivare o meno, ma puoi andare a testa alta ovunque”. In ogni caso la favola del Chievo resterà scolpita tra le più belle pagine della storia del calcio di Provincia. Per una volta portato ai vertici da un gruppo che tutti – sempre – davano per spacciato. Ma, come simpaticamente ricordano a Verona, anche i “mussi” possono giocare in Champions League.