“Solo sì vuol dire sì”: un concetto, in tema di consenso sessuale, sancito dalla Convenzione di Istanbul che è entrato già da qualche anno nella legislazione di 13 stati europei (come la Spagna) ma fa fatica ad entrare in quella italiana. A pochi giorni dalla sentenza sullo stupro di gruppo a Porto Cervo, con la condanna di Ciro Grillo e dei suoi tre amici, e dalle tante reazioni che ne sono seguite, sono riesplose le polemiche sulla legge in discussione alla Camera che vede Laura Boldrini come prima firmataria. La ex presidente è diventata nuovamente bersaglio di facili ironie (oltre che degli insulti degli haters) su un presunto consenso scritto mai esistito nella proposta. Si parla invece di un consenso esplicito e che può essere revocato in qualsiasi momento.

“Solo sì vuol dire sì” è un passo avanti rispetto a “un no è no” che dovrebbe essere entrato ormai nella cultura comune. Un concetto che mira a proteggere le donne che denunciano dalla vittimizzazione secondaria e dalle migliaia di domande mirate a capire se si è detto un no abbastanza deciso e convinto. Se ci si è opposte con determinazione allo stupro.

In Europa

Riforme legislative che si rifanno alla Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia nel 2013, che sancisce che “il consenso deve essere dato volontariamente, quale libera manifestazione della volontà della persona, e deve essere valutato tenendo conto della situazione e del contesto”. Hanno già adottato una definizione di stupro secondo il principio "Solo sì significa sì" oltre alla Spagna, Belgio, Regno Unito, Lussemburgo, Islanda, Malta, Svezia, Grecia, Cipro, Danimarca, Slovenia, Irlanda e Croazia.

Tra le più avanzate la "Legge per la garanzia integrale della libertà sessuale, detta legge del Solo sì es sì, approvata dal Parlamento spagnolo il 7 ottobre 2022 che per la prima volta nella storia del diritto iberico modifica la legislazione in materia di violenza sessuale mettendo al centro il tema del consenso. Il disegno di legge nasce in seguito al caso di uno stupro di gruppo avvenuto nel 2016 a Pamplona: durante il processo gli avvocati dei cinque imputati sostennero che le riprese video che mostravano la ragazza immobile durante lo stupro fossero la dimostrazione del suo consenso e il tribunale, giudicando che non ci fossero state violenza o intimidazione, condannò i cinque per abuso sessuale, un reato meno grave. Ci fu un’ondata di proteste in tutta la Spagna, il Tribunale Supremo spagnolo ribaltò la sentenza, stabilendo che si era trattato di aggressione sessuale. I cinque furono condannati in via definitiva a 15 anni di carcere.

In Italia

Il disegno di legge Boldrini, presentato alla Camera il 7 febbraio 2024 e intitolato «Modifica dell’articolo 609-bis del Codice penale in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso», mira a porre al centro del reato di violenza sessuale l’assenza del consenso esplicito della persona offesa. L’obiettivo è superare l’attuale impianto normativo, che spesso concentra l’accertamento processuale sulla resistenza opposta dalla vittima anziché sulla condotta dell’aggressore. La proposta intende specificare che il consenso deve essere una “libera manifestazione della volontà“, ed è revocabile in qualsiasi momento.

Valeria Valente, senatrice Pd, componente della Bicamerale femminicidio, è prima firmataria di un altro disegno di legge al Senato. Ha così commentato la sentenza Grillo: «Siamo al primo grado di giudizio, ma é un pronunciamento importante perché conferma che senza il consenso libero, consapevole, esplicito e continuato della donna non siamo di fronte a un rapporto sessuale ma a uno stupro, come stabilisce la Convenzione di Istanbul, sarebbe importante che l'Italia si dotasse di una legge sul consenso perché aiuterebbe le donne a difendersi dalla violenza sessuale nelle aule giudiziarie». Un adeguamento anche all’evolversi delle forme di violenza. «Ricordiamo bene il se l’è cercata perché indossava una minigonna o un jeans stretto. Oggi si è aggiunto un diverso concetto del cercarsela. Se l’è cercata perché ha bevuto o perché ha assunto sostanze. Sono atteggiamenti giudicanti che colpevolizzano la donna e normalizzano la violenza. Compiere atti sessuali con chi ha bevuto non è un’attenuante ma un’aggravante. E qualsiasi atto sessuale senza un consenso esplicito è uno stupro. Questo deve essere sancito per legge».

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