Un evento religioso tanto importante come il Giubileo finisce in una moneta italiana da 2 euro. Per la prima volta cade una regola consolidata in una storia lunga 220 anni, ovvero quella della laicità della moneta in circolazione. Il Giubileo 2025 irrompe così con i suoi simboli religiosi nel conio destinato alle transazioni commerciali dello Stato italiano. Una sorpresa perché dai tempi della lira preunitaria mai s’era visto che le monete di uno Stato laico dedicassero tanta attenzione alla celebrazione di un evento del mondo cristiano. Era successo con i francobolli, dopo il Concordato del 1929, ma con le monete la novità arriva lo scorso 5 febbraio.

Il Giubileo, aperto da Papa Francesco con il motto “Pellegrini della speranza”, rappresenta un anno di rinnovamento spirituale e di riconciliazione, invita a riflettere sui temi della fede, della pace e della fraternità in un mondo che vive tempi davvero difficili e mobilita una incessante moltitudine di fedeli che da tutto il mondo raggiunge Roma e si mette in fila per accedere a San Pietro e varcare la Porta santa.

Fedeli in piazza San Pietro

La moneta racconta questo e tante altre cose, tra simboli cristologici e vari richiami. È opera dell’artista incisore Claudia Momoni, emessa dal ministero dell’Economia e delle finanze e coniata dalle Officine della Zecca dello Stato. Sul dritto è raffigurata la Porta santa della basilica di San Pietro e richiama il messaggio della speranza che è quello centrale del Giubileo 2025. L’immagine della Porta santa riproduce quella realizzata dallo scultore senese Vico Consorti in occasione del Giubileo straordinario del 1950.

Sulla porta si possono cogliere 16 pannelli più grandi, che mostrano episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento, e 12 più piccoli che richiamano gli stemmi papali dei pontefici che hanno aperto e chiuso la Porta. C’è inoltre una scritta in latino, ovvero Iubilaeum, che è posta ad arco, sopra l’immagine della Porta santa. Nella parte bassa sono impressi i pesci, antico simbolo dei cristiani: in particolare, durante le persecuzioni erano un segno di riconoscimento. Nella moneta se ne contano undici, vuoti e pieni, scuri e chiari, in sequenza alternata, disposti ad arco. Questa raffigurazione vuole rappresentare le diversità culturali e geografiche tra i credenti che nel corso dell’Anno santo visiteranno Roma.

Poi, sulla sinistra, c’è l’anno di coniazione della moneta, cioè il 2025, e R che identifica la Zecca di Roma. Sulla destra ci sono l’acronimo della Repubblica italiana (RI) e le iniziali dell’autore, Claudia Momoni. Infine, a fare da cornice, sul bordo, spiccano le dodici stelle a cinque punte che rappresentano l’Unione europea. Il rovescio presenta l’effigie comune dell’Unione europea. La tiratura è di 3 milioni di esemplari Unc, ovvero per il traffico corrente.

Per la collezione numismatica la tiratura totale è di 24 mila pezzi, metà in versione Fior di conio, l’altra in versione Proof cioè monete con fondo a specchio, molte pregiate e perciò assai ricercate dagli appassionati. Necessitano di una particolare cura e vanno protette in una capsula di plexiglas. Sono gioielli di fattura raffinata e quindi di notevole valore economico, prodotti con tiratura limitata.

La basilica di San Pietro

Un’altra sorpresa del 2025 è la super moneta in argento dedicata a Michelangelo Buonarroti in occasione dei 550 anni dalla nascita del genio del Rinascimento, avvenuta nel 1475 a Caprese Michelangelo, in provincia di Arezzo. Concentra in sé tanti record. Ha un valore nominale di 25 euro ed è la prima volta che succede. È anche la prima che arriva a pesare un chilo in argento ed è anche quella di cui è stata fatta la tiratura più bassa nella storia delle monete della Repubblica italiana: appena 200. Messa in vendita a 1500 euro, è naturalmente subito andata a ruba. La super moneta riporta sul dritto l’immagine dell’artista e la scritta Repubblica italiana. Al rovescio, si può leggere una frase di Michelangelo: “Questo sol m’arde e questo m’innamora”. Non possono mancare al centro le mani di Dio e di Adamo che si sfiorano nello straordinario affresco del Giudizio universale nella cappella Sistina. Questa moneta scultura, per le sue caratteristiche tecniche, ha richiesto una lavorazione speciale nello stabilimento della Zecca di Roma, soprattutto una forza nella pressa spinta fino a 400 tonnellate.

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