L’escalation militare, lo spettro della bomba atomica: ordigni anche in Italia
Dagli Stati Uniti alla Russia sono nove le potenze nucleari ma la “condivisione” della Nato coinvolge anche RomaArmi atomiche in una foto simbolo
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C’è lo spettro della bomba atomica dietro l’improvviso attacco di Israele all’Iran. Almeno questa è la motivazione ufficiale scelta da Netanyahu per giustificare il nuovo fronte di guerra che ha anche avuto l’effetto di allontanare l’attenzione dalla ferita sanguinante di Gaza. Il premier israeliano si dice sicuro che Teheran fosse (i bombardamenti di questi giorni hanno cambiato gli scenari) a un punto molto avanzato del programma nucleare: «Gli iraniani sarebbero stati in grado di produrre l’Atomica in pochi mesi. E l’avrebbero passata agli Houthi in Yemen», i ribelli sciiti armati dalla Repubblica islamica. «Una minaccia inaccettabile per Israele».
L’ombra nucleare
La degenerazione nucleare è l’ombra inquietante sullo sfondo delle guerre moderne. Un’arma suprema in grado di ribaltare la storia del mondo: per le grandi potenze la bomba atomica è uno strumento di deterrenza fondamentale, ma è chiaro che rappresenti la minaccia assoluta. L’arsenale sparso in ogni angolo del mondo è così imponente da poter spazzare via il futuro del pianeta: basterebbe l’effetto domino di un’eventuale prima volta dopo la stagione choc di Hiroshima e Nagasaki. Nel 1945 due sole bombe hanno ucciso e menomato centinaia di migliaia di persone, facendo calare l’ultimo sipario di morte e distruzione sulla Seconda guerra mondiale. Ora la situazione è talmente estrema da assicurare un punto di non ritorno se dovesse scoppiare una sola atomica. Secondo gli ultimi calcoli le armi nucleari esistenti sulla Terra sono più di 12.300, dodicimilatrecento! È il numero della follia umana, pronta a garantirsi l’autodistruzione nel nome della deterrenza riconosciuta dall’Onu.
Tante bombe
Ma quali sono i Paesi in grado di schiacciare il pulsante della più potente arma di distruzione di massa? Sono nove le potenze riconosciute dal Tnp, il Trattato di non proliferazione nucleare: Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito, Francia, India, Pakistan, Corea del Nord e Israele, ma esistono altre realtà (è/era il caso dell’Iran) in cui i programmi di arricchimento dell’uranio sono spesso segreti o quanto meno non stimati nel dettaglio dalle organizzazioni non governative di ricerca come, per esempio, la Federation of american scientists, seppur in possesso di molti dati.
I nove Paesi
Secondo gli ultimi rilevamenti il panorama delle dotazioni di testate nucleari attive nel mondo è dominato da nove paesi. I numeri esatti sono spesso segreti di stato e le cifre disponibili sono legate a calcoli approssimativi. Gli ultimi dati ufficiali, risalenti al 2021, indicano la Russia come la nazione con il più grande arsenale nucleare: le armi atomiche disponibili sarebbero 6.257, superiori alle 5.550 degli Stati Uniti. Le due super potenze da sole dispongono quasi del novanta per cento degli armamenti più letali. La Cina avrebbe più di 300 armi nucleari, mentre la Francia sarebbe in possesso di 290 atomiche. L’Inghilterra si fermerebbe a 225, mentre le testate disponibili in India sono 190. Le dotazioni del Pakistan arriverebbero a 165, restano invece ambigui i numeri su Israele: potrebbero essere 90 le armi nucleari a disposizione di Netanyahu ma non esistono dati ufficialmente riconosciuti. Ancora più vaga la posizione della Corea del Nord, che dovrebbe controllare tra le 40 e le 50 testate atomiche.
L’atomica in Italia
Ma non ci sono solo le potenze che controllano direttamente le armi nucleari. Esiste anche il programma di “condivisione” della Nato. Bombe atomiche a trazione statunitense sono dislocate in Germania, Olanda, Belgio, Turchia e Italia. Italia, appunto: il nostro Paese è teoricamente distante da tutti i programmi nucleari, in realtà ospita sul suo territorio le bombe B61, armi tattiche atomiche controllate dagli Stati Uniti, anche se sarebbero utilizzabili solo nel contesto di operazioni belliche della Nato. Secondo varie fonti incrociate e le ricostruzioni di stampa, le armi nucleari americane in Italia si troverebbero in due basi aeree: ad Aviano (Pordenone) e a Ghedi (Brescia). Ci sono le vecchie bombe all’idrogeno B61 ma aumenta la presenza delle B61-12, testate di precisione più moderne che stanno pian piano sostituendo gli ordigni nati principalmente ai tempi della guerra fredda Usa-Urss e ormai considerati obsoleti in caso di conflitto nucleare. Le testate presenti tra Lombardia e Friuli Venezia Giulia dovrebbero essere tra 70 e 100 unità. Ma non si sa nulla di ufficiale sul numero esatto e sulla localizzazione precisa delle armi nucleari. La Nato mantiene il riserbo assoluto per motivi di sicurezza. L’unica certezza è che l’Italia non produce e non controlla bombe atomiche ma è seduta su un’arsenale dalle potenzialità apocalittiche.