La rivoluzione è già partita e l’aumento dei costi dell’energia elettrica potrebbe essere solo un piccolo incidente di percorso. I nuovi incentivi previsti dal decreto firmato dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti aiuteranno ad acquistare un’auto meno inquinante e, forse, anche a risparmiare. Proviamo dunque a fare un’analisi di valutazione dei costi-benefici per comprendere se oggi conviene realmente comprare un mezzo di nuova generazione.

Gli incentivi

Secondo quanto previsto dal Governo (manca solo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale) i bonus saranno finanziati con 650 milioni di euro per gli anni 2022-2023 e 2024 e serviranno per incentivare gli acquisti di veicoli più puliti a fronte della rottamazione di un mezzo di ctagoria inferiore a Euro 5. L’obiettivo è ridurre in modo considerevole le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera e far fronte anche al caro carburante (in particolare il gasolio, il cui prezzo è cresciuto anche più della verde). I bonus dovrebbero essere suddivisi in tre categorie: quelli per le auto elettriche, per le Plug-in (che hanno un motore elettrico che si ricarica con una presa o una colonnina e assicura una certa autonomia con il solo motore elettrico) e infine per quelle che hanno emissioni comprese tra 61 e 135 g/km di CO2. In sostanza queste ultime sono le auto di ultimissima generazione e in particolare le ibride dotate di motori elettrici che vanno in soccorso di quello termico ma non sono ricaricabili (mild-hibryd).

Secondo quanto previsto dal decreto, una volta che sarà rottamata un’auto vecchia, si potranno avere fino a 5.000 euro di bonus per l’acquisto di un’auto elettrica, fino a 4.000 per le plug-in e di 2.000 euro per le altre. Quindi, non si potranno acquistare auto con i bonus se però non sarà eliminata un’auto considerata più inquinante. Ci sono però anche dei limiti di prezzo da rispettare che arrivano a 35 mila euro più Iva per le auto elettriche, 45 mila più Iva per le Plug-in e 35 mila più Iva per le altre.

Gli incentivi sono previsti soprattutto per le persone fisiche e solo in misura minore per le aziende di noleggio. Invece potranno usufruire di bonus (in alcuni casi anche fino a 6.000 euro) anche le piccole e medie aziende e le persone giuridiche che acquistano mezzi elettrici, così come chi compra un motociclo con motore elettrico.

I costi e la manutenzione

Superata la questione bonus, va fatta anche una valutazione sui costi di mantenimento dell’auto. Le elettriche in questo momento godono di numerosi vantaggi. Intanto, non pagano il bollo per almeno cinque anni. Inoltre, molti Comuni non fanno pagare la sosta sulle strisce blu alle auto elettriche (ma bisogna chiedere un tagliando di esenzione in municipio). E la manutenzione, per queste ultime, è molto ridotta rispetto a quelle con motore termico: niente cambio dell’olio o cose simili, ma solo controlli periodici dai costi piuttosto contenuti, a parte l’usura di freni e pneumatici. Un discorso a parte meritano proprio le gomme: infatti l’usura per le auto elettriche potrebbe essere maggiore poiché i motori hanno una spinta considerevole e quindi provocano un certo consumo dei pneumatici.

Il carburante

E veniamo all’ultimo costo, ma forse il più importante. Certamente con la benzina e il gasolio alle stelle nelle scorse settimane, pensare a un’auto elettrica induce a un certo ottimismo. Anche se va valutato che il costo dell’energia elettrica ha avuto un’impennata non indifferente negli ultimi mesi come sanno tutti gli italiani che si sono visti recapitare la bolletta. Il confronto l’ha fatto ad esempio il sito web Dmove.it, specializzato nella mobilità smart. Come riferimento sono state prese due auto termiche, la Fiat 500 1.0 Hybrid da 70 CV alimentata a benzina e quella 1.2 da 69 CV alimentata a Gpl o benzina. Dall’altra parte, invece, la 500 elettrica (Red) da 85 CV. Ebbene, con la benzina a circa 1,89 euro a litro, più o meno il prezzo attuale, il costo per 100 chilometri della 500 ibrida è di 8,89 euro, mentre quella della 1.2 a benzina è di 10,59 euro. Passando invece all’elettrica (la 500 ha una batteria da 50 kW), con la ricarica casalinga non si va oltre i 6,44 euro, che diventano al massimo 9,72 euro con la ricarica veloce da oltre 150 kW. Alla fine, il risparmio su mille chilometri si dovrebbe aggirare intorno ai 49 euro.

Le differenze nelle ricariche

Tenuto conto che Arera (l’autorità per l’energia) ha già aggiornato le tariffe elettriche, potrebbero comunque esserci nuovi rincari a breve e pesare dunque sull’utilizzo dei mezzi green. A seconda poi della colonnina dove si ricarica, i costi cambiano. Dipende in sostanza dalla velocità di ricarica. La rete più diffusa è sicuramente quella di Enel X ma anche Be-Charge (Eni) ha una diffusione piuttosto capillare sul territorio. Se la ricarica è lenta con la colonnina a corrente alternata (simile a quella casalinga), i costi non vanno oltre i 45-50 centesimi a chilowatt. Si arriva invece ai 79 centesimi a chilowatt se si utilizza una colonnina a corrente continua fino a 150kW. Alla fine, dunque, può essere conveniente optare per la scelta casalinga, anche se spesso molto più lenta, in quanto solitamente i contratti domestici hanno costi per kW molto più bassi, mediamente intorno ai 22 centesimi, con picchi che però non superano i 50 cent a chilowatt. Salvo futuri rincari che speriamo non ci siano.

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