Il Museo della Musica di Venezia è una mostra dedicata a una delle manifestazioni artistiche che hanno reso grande la cultura italiana: la liuteria. La collezione "Antonio Vivaldi e il suo tempo" del Maestro Artemio Versari è un viaggio nell'epoca aurea della liuteria italiana ed esalta il ruolo che Venezia ebbe in questo senso: fu una delle capitali europee della musica soprattutto nel ‘700, quando i suoi teatri, specialmente durante il carnevale, erano sede di fantastici concerti a cui assistevano veneziani ma anche visitatori da tutta Europa. Il percorso, che propone una ricchissima collezione, racconta quindi il Settecento musicale veneziano attraverso i pezzi appartenenti alle diverse botteghe o "scuole" che hanno reso famose in tutta Europa le manifatture italiane. Venezia, infatti, è stata officina di grandi "liutai o costruttori di istromenti".

I suoi artigiani furono eccellenti nella sperimentazione e produzione di strumenti a corda, che venivano sempre più perfezionati al fine di rispondere in modo ottimale alle esigenze di sonorità che venivano a definirsi nel tempo. La collezione comprende soprattutto archi, violini e violoncelli, ma anche arpe e mandolini, per far rivivere i suoni armoniosi degli strumenti a corda, vere e proprie opere d'arte, firmati da Amati, da Guadagnini e da Goffriller. Guidati dalla musica di sottofondo, il visitatore entra in un ‘mondo incantato', dove arte e storia si fondono. Gli strumenti sono accolti da teche ampie e decorate con drappi che esaltano l’unicità degli articoli; altri sono adagiati nei vari ambienti e sono offerti con più disponibilità allo sguardo attento che li può abbracciare a 360 gradi. Il Museo è ospitato nella splendida Chiesa di San Maurizio, ambiente di grande bellezza e carico di storia. Fondata prima del 1000, è stata ricostruita più volte nel corso dei secoli, fino all'edificio attuale, progettato nel 1806 dall'architetto Giannantonio Selva, famoso per aver costruito il celebre Teatro La Fenice. Nel 1088 compare la prima citazione dell’esistenza della chiesa. Dopo un incendio, nel 1105, viene ricostruita e dedicata a San Maurizio. Intorno alla metà del ‘500 il mercante Dionisio Bellavite ottiene di abbattere il suo campanile in cambio di una tassa annuale per la chiesa e, nello spazio liberato, costruisce il suo palazzo, con la facciata affrescata da Paolo Veronese. Nel 1580 la chiesa viene ricostruita e, intorno alla metà del ‘600, si restaura la Cappella Maggiore. Nel 1531 un nuovo intervento completa la facciata su calle del Piovan, che ancora oggi si può vedere, ornata da eleganti e ben lavorati bassorilievi di chiara fattura classico-rinascimentale. Tra il 1795 e il 1806 la vecchia chiesa viene abbattuta e ricostruita su progetto del conte Pietro Zaguri, Giannantonio Selva e Antonio Diedo, sul modello della chiesa di San Geminiano, abbattuta in piazza San Marco per volere di Napoleone. La nuova chiesa di San Maurizio ha la facciata sul campo omonimo ed è arricchita dagli altorilievi di Luigi Zandomeneghi e Bartolomeo Ferrari. All’interno della chiesa e della sacrestia, invece, ci sono dipinti della scuola del Veronese e di Francesco Zugno. Sull’altare maggiore le sculture sono di Domenico Fadiga.

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