In curva Nord, quando è ricaduto sull’erba della Domus dopo quel salto utile solo a disturbare la presa del portiere dell’Inter, in pochi si sono accorti della gravità dell’infortunio. Andrea Belotti urlava, per chiamare i soccorsi che, puntualmente, sono arrivati. Crac: lo ha sentito distintamente quel rumore. Roba da calciatori: crociato quasi certamente rotto. Già in nottata, sabato, i telefoni si rincorrevano: sta fuori sei mesi. Purtroppo i controlli del giorno dopo hanno confermato il dramma sportivo dell’ex capitano del Torino che a Cagliari, in due partite e mezzo, aveva ritrovato se stesso.

A 31 anni un infortunio del genere non si smaltisce in un secondo. Dopo una carriera fatta di calci dati e subiti, di qualche lesione, di scatti improvvisi seguiti a cadute dolorose. L’ex capitano granata, diventato centravanti del Cagliari nell’ultimo minuto del calciomercato, voleva riscriverla in altro modo, la sua storia: senza infortuni, con tanti gol. A Cagliari è andato vicinissimo alla prima rete contro la Fiorentina e il Parma, dove ha propiziato il primo gol (di Mina), poi la doppietta di Lecce. Il gallo ha ripreso a cantare, e ora nessuno lo fermerà più, era il pensiero ricorrente tra i tifosi più ottimisti. Per i chilometri corsi in campo a rincorrere palloni e per la generosità mostrata fino alla metà del primo tempo della partita contro l’Inter.

Per Andrea Belotti è la prima rottura del crociato in una carriera piena di stop a volte anche abbastanza lunghi. La stagione, per lui, prometteva molto bene. Ma forse è già finita: sempre che in primavera non accada un miracolo e il centravanti possa riprendere il suo posto al centro dell’attacco. Anche se sarà dura, per un cuore che si è forgiato nel Toro, sinonimo di forza e di carattere, raccogliere i cocci di un infortunio arrivato proprio mentre girava tutto bene. Per ironia della sorte, ricadendo proprio davanti a quella porta, nel settembre del 2019 si ruppe per la prima volta il crociato Leonardo Pavoletti: la partita era quella contro il Brescia. "Forza Andrea, la cresta si alzerà ancora, siamo tutti con te", è il messaggio lanciato sui social dal Cagliari. Ma incoraggiamenti molto affettuosi sono arrivati anche dai suoi vecchi club come Roma, Benfica, Como, Fiorentina e Torino. Ora spazio ai giovani, che in attacco al Cagliari non mancano. Ma l’esperienza del Gallo in rossoblù non può finire in questo modo.  Era il primo a sapere che poteva essere l'anno della rinascita. «Sono qui per essere determinante e provare a fare tantissimi gol per il bene del Cagliari», aveva detto in sede di presentazione, tre settimane fa. Aprendosi anche ambizioni di una nuova stagione con la maglia azzurra della Nazionale: «La maglia azzurra è la maglia azzurra, ci posso pensare. Ma penso innanzitutto al Cagliari perché un'eventuale chiamata potrebbe arrivare solo facendo molto bene con questa maglia». Per la prima volta in carriera avrebbe giocato per una squadra con l’unica ambizione di salvarsi: «Ma quando la vittoria è l'obiettivo, in qualche modo è semplice calarsi nella parte. La vittoria è sempre una sola»

© Riproduzione riservata