I graffi della vita e la ricerca dell’infinito
La mostra dell’artista oranese Roberto Ziranu attraversa il Tirreno e intraprende un tour nella Penisola. E arriva anche un nuovo lavoro in cui il ferro plasmato ci porta in un viaggio interiorePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Ogni graffio si è portato via un po’ dei pensieri che lo affliggevano. Dispiaceri, tensioni, passaggi della vita. Tutto è svanito di tappa in tappa, quando la mostra veniva esposta e si arricchiva di ulteriori opere legate al luogo di accoglienza. Ora “I dodici graffi” di Roberto Ziranu, artista di Orani da anni trasferitosi a Nuoro, che rende il ferro un’opera, prende la via del mare per sbarcare nella Penisola e portare un po’ di Sardegna tra i tanti emigrati sardi che vivono oltre Tirreno.
“I dodici graffi” sono nati dopo il lockdown, momento che ha cambiato la nostra vita. “È un lavoro che mi ha guarito – racconta Ziranu – venivo da un momento difficile, poi la pandemia. Mi sono rinchiuso in laboratorio per undici mesi e credo di aver superato quella fase della mia vita grazie a queste opere”. La mostra è composta da opere a sbalzo che raffigurano “persone che conoscevo e altre che ho conosciuto attraverso i libri, come Grazia Deledda, Eleonora d’Arborea. Un modo per cercare di risalire alle origini e comprendere figli di chi siamo”. L’ultimo passaggio nell’Isola è stato al Museo etnografico di Nuoro, dove rimarrà e sarà visitabile ancora per tutta l’estate fino a quando non prenderà la strada della Penisola, dopo 29 tappe in Sardegna. Ogni luogo è stato anche l’occasione per arricchire la mostra con ulteriori opere, dedicate a persone e personaggi che vivono o hanno vissuto in quei centri, da Gigi Riva a Costantino Nivola, l’artista che tanto ha dato al paese del centro Sardegna, fino a Paolo Pillonca, a cui è stata dedicata la tappa di Seui, o a Maria Lai in Ogliastra tra Cardedu e Ulassai. E poi anche per incontrare i giovani, circa 2000 studenti delle scuole sarde, con cui Roberto Ziranu ha condiviso nuove esperienze attraverso laboratori e dialoghi. “Tutto questo sarà contenuto in un libro che sarà pubblicato nei prossimi mesi e metterà insieme, in 168 pagine, le esperienze vissute in questi mesi”, aggiunge l’artista di Orani.
Un viaggio oltre Tirreno
Nel 2026, invece, inizierà il viaggio nella Penisola. L’idea è quella di trovare accoglienza negli spazi che saranno individuati dai circoli dei sardi. E in ogni nuova tappa ci sarà anche la possibilità di distribuire alcune copie del libro che sta nascendo sulla mostra di Roberto Ziranu. Si partirà dal Circolo di Roma, poi Firenze e Bologna e così via, per poi andare anche all’estero. “Purtroppo non ci sono circoli nel Sud d’Italia e quindi nel Mezzogiorno sarà un po’ più difficile”, racconta ancora.
Ziranu, però, non si ferma, va oltre. Ha già pronta una nuova mostra, frutto di tanto lavoro nel suo laboratorio di Nuoro per dare sfogo alla creatività di un periodo anche personale che cambia, si evolve, muta come la vita. Un’evoluzione che lui esprime plasmando il metallo e cercando di dare un significato alla tecnica imparata da giovane, dalla sua famiglia dove l’arte di “trattare” e forgiare il ferro è sempre stata di casa, come dimostrano ancora oggi tanti lavori conservati in molte case nei centri della Barbagia e non solo, fino alla Costa Smeralda per fare un esempio.
Le nuove opere
Quaranta opere inedite faranno parte del nuovo lavoro, costruite con colori e tecniche differenti rispetto al passato. Si chiamerà “Oltre l’infinito”. Un modo, spiega, “per superare i limiti sia fisici che concettuali, andare oltre la materia, per scandagliare l’infinito. Il blu che muta, ali che si muovono per tornare a volare. La mia idea è che ogni visitatore si possa perdere davanti ai colori e alle opere e colga l’occasione per guardarsi dentro”. In questo caso, l’esposizione prenderà il via nella Penisola, ossia da Assisi, a partire dal 10 di ottobre, e poi tornerà in Sardegna, “magari passando da Sassari dove “I dodici graffi” non sono mai arrivati”, auspica Ziranu. “Sarà un modo per dire grazie a San Francesco con un’opera a lui dedicata. In qualche modo gli devo qualcosa”, ricorda. Per dieci giorni la Pinacoteca di Assisi vedrà le opere dell’artista di Orani in due grandi sale e i visitatori potranno perdersi nel blu che si sposa con il ferro. Poi si tornerà in Sardegna, ma sono previste anche altre tappe in Francia. “Sono curioso di sentire i giudizi della critica su questo nuovo progetto che mi ha portato in una dimensione diversa”, osserva. Un infinito in cui tutti possono perdersi per poi ritrovarsi.