Un video su TikTok può essere più convincente di un medico? Una diagnosi fai-da-te può sostituire una visita? Chi garantisce quali informazioni sulla salute siano davvero affidabili?

«Oggi i giovani navigano in un oceano di fake news, consigli improvvisati e risposte generate dall’intelligenza artificiale. Senza strumenti adeguati, il rischio è che la disinformazione oscuri la scienza con gravi conseguenze per la loro salute». Ecco perché - spiega la Fondazione Gimbe - «ci impegniamo a fornire loro la bussola per distinguere i fatti dalle opinioni e riconoscere le scorciatoie pericolose. La tutela della salute è un diritto e curarsi non può essere un privilegio».

I giovani non sono sufficientemente informati in tema di salute. Non conoscono il loro medico, non sanno cosa è il ticket, non sono mai entrati nel loro Fascicolo sanitario elettronico, nonostante navighino costantemente in rete e usino l’Intelligenza artificiale.

Sono i risultati di un’indagine fatta tra tra studenti degli ultimi anni delle scuole superiori, che rivela «un preoccupante scollamento tra le nuove generazioni e il Servizio Sanitario Nazionale», sottolinea il presidente di Gimbe Nino Cartabellotta.

Con “La Salute Tiene Banco”, in quest’anno scolastico sono state fatte 30 tappe, incontrato 4.200 studenti, con l’obiettivo di spiegare ai ragazzi che la tutela della salute è un diritto costituzionalmente garantito, promuovere l’alfabetizzazione sanitaria e formare cittadini consapevoli e informati sugli strumenti a disposizione.

Ecco l’esito della survey:

Conoscete il vostro Medico di Medicina Generale? L’83,3 % degli studenti dichiara di averlo già incontrato, mentre il 16,7 % non sa ancora chi sia. «Il passaggio dal pediatra al medico di medicina generale – sottolinea Cartabellotta – avviene al compimento del 14° anno come un semplice atto amministrativo, senza alcun accompagnamento clinico o relazionale. E così, una quota non trascurabile di adolescenti resta priva di un riferimento sanitario proprio nel momento in cui iniziano a cambiare bisogni e ad emergere fragilità. Per garantire una vera continuità assistenziale, questo “passaggio di consegne” deve trasformarsi da procedura burocratica in un percorso guidato».

Sai a cosa serve il ticket? Il 53,6% degli studenti dichiara di non sapere a cosa serva. «Un segnale da non sottovalutare», spiega Gimbe. «Denota non solo un deficit informativo, ma anche un distacco culturale dai meccanismi che regolano il funzionamento del Ssn. La consapevolezza dei costi condivisi della sanità pubblica è essenziale per formare cittadini responsabili e coinvolti nelle scelte di salute».

Hai mai usato il Fascicolo Sanitario Elettronico? L’82,3% degli studenti dichiara di non aver mai utilizzato il FSE, né per sé né per un familiare. Un dato in parte spiegabile con l’età – molti sono minorenni o appena maggiorenni – ma che rivela comunque una più ampia carenza di informazione, anche tra chi ha pieno accesso allo strumento. «Qui suona un doppio allarme: da un lato, la scarsa conoscenza di uno strumento digitale strategico; dall’altro, l’assenza di percorsi educativi sulla gestione consapevole della salute. Senza alfabetizzazione sanitaria e digitale già a scuola, i giovani non riusciranno ad essere protagonisti attivi nel rapporto con il Servizio Sanitario Nazionale e la digitalizzazione della sanità rischia di restare una riforma incompiuta e distante dalla quotidianità delle persone».

Quali sono i 3 programmi di screening oncologici offerti gratuitamente dal Ssn? Solo poco più della metà degli studenti ha risposto correttamente, identificando i tre screening oncologici inclusi nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA): mammella, cervice uterina e colon-retto. Il resto del campione ha fornito risposte errate o ha ammesso di non conoscere la risposta. 

È sempre vantaggioso fare controlli periodici per tutti i tumori? Il 71,9% degli studenti risponde erroneamente che è sempre utile sottoporsi a esami di laboratorio o strumentali per diagnosticare precocemente qualsiasi tipo di tumore. «Purtroppo – commenta Cartabellotta – questa convinzione nasce da messaggi che confondono la prevenzione con il ricorso indiscriminato ai test diagnostici: una forma di consumismo sanitario che alimenta esami inutili, determina spreco di risorse ed espone ai rischi della sovra-diagnosi e di trattamenti non necessari».

Hai ricevuto antibiotici per un'infezione delle alte vie respiratorie (pr esempio raffreddore)? Uno studente su 5 “spesso”, uno su 2 “qualche volta” e il 18,9% “mai”; il 12,3% dichiara di non aver mai avuto una infezione delle alte vie respiratorie. «Emerge un potenziale utilizzo inappropriato degli antibiotici nelle infezioni delle alte vie respiratorie, visto che oltre due terzi dichiarano di avere ricevuto una prescrizione almeno una volta».

L'equità di accesso ai LEA è garantita allo stesso modo in tutte le Regioni? Due studenti su tre (66,2 %) ritengono di no, dichiarandosi in totale o parziale disaccordo; il 21,1 % resta neutrale e il 12,7 % ritiene che il Ssn sia uniforme su tutto il territorio nazionale. 

Usi ChatGPT o applicazioni simili? Il 37,2% degli studenti usa quotidianamente tali strumenti e il 36,5% sporadicamente. Segno che l’intelligenza artificiale sta diventando parte integrante della quotidianità delle nuove generazioni. Tuttavia, questa diffusione non è accompagnata da un’adeguata alfabetizzazione all’uso critico e consapevole, soprattutto in ambito scientifico o sanitario. 

«I risultati della survey – conclude Cartabellotta – confermano la necessità di trasferire già in età scolastica una solida cultura della prevenzione, della promozione della salute e dell’uso consapevole del Ssn».

«Per colmare questi gap di conoscenze – aggiunge Elena Cottafava, responsabile scientifico del progetto – vogliamo espandere il progetto “La Salute tiene banco” anche alle aree più remote del Paese, per offrire a tutti l’opportunità di conoscere i propri diritti e doveri e come prendersi cura della propria salute. Per questo abbiamo lanciato una campagna di crowdfunding, attiva fino al 13 giugno. Abbiamo bisogno del supporto di tutti: insieme possiamo crescere una nuova generazione di cittadini consapevoli, capaci di proteggere il bene più prezioso che hanno: la salute».

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