Si sente il profumo nostalgico delle occasioni sprecate se ci si mette a sfogliare “Il Consiglio regionale della Sardegna”, il volume edito da Ilisso sulla storia dell’assemblea legislativa sarda. L’autonomia speciale ha quasi ottant’anni, più o meno la vita media di una persona: e come tante esistenze, può essere descritta almeno in parte come la distanza tra i sogni iniziali e quello che si è realizzato davvero. La riflessione che attraversa l’opera curata dai docenti dell’Università di Sassari Antonello Mattone e Salvatore Mura, realizzata con la collaborazione della Fondazione Antonio Segni, oscilla spesso tra quei due poli.

Foto e documenti

Il lavoro ammonta a quasi 400 pagine, impreziosite da un ricco repertorio documentale e fotografico recuperato da vari archivi pubblici e privati, con alcune preziose curiosità: dal biglietto di auguri di Emilio Lussu all’Alto commissario per la Sardegna, nel dicembre 1947, in cui l’illustre costituente comunica i tempi per la discussione dello Statuto speciale sardo; alla foto di Costantino Nivola accanto alle sue sculture che abbelliscono gli esterni della nuova sede del Consiglio regionale. Ma la parte storiografica rappresenta solo un terzo del totale del libro: la scelta dei curatori è stata quella di affiancarle una robusta sezione dedicata alle sfide politiche attuali, dall’insularità all’ambiente fino alla continuità territoriale, e anche alcuni capitoli sul funzionamento del parlamento sardo, con un’appendice che contiene le biografie sintetiche di tutti coloro che sono stati eletti, dal 1949 al 2024, alla carica di consigliere regionale o di presidente.

La copertina del volume curato da Antonello Mattone e Salvatore Mura

Una simile impostazione è nata dalla volontà di proporre non solo uno strumento per gli storici, ma anche uno stimolo al ragionamento politico contemporaneo: lo ha spiegato bene Antonello Mattone durante la presentazione del volume che si è tenuta il 23 settembre 2025 a Cagliari, nella sala di Palazzo Regio che per quasi quarant’anni ospitò le sedute del Consiglio regionale (prima che venisse costruita l’attuale sede di via Roma). Ma naturalmente i richiami all’attualità possono suscitare anche divergenze: lo ha dimostrato proprio il dibattito di Palazzo Regio, organizzato dall’Associazione tra gli ex consiglieri regionali, con l’intervento pungente dell’ex governatore Renato Soru, molto schietto nel criticare l’assenza di alcune voci (per esempio, la scuola) nella parte più politica, o il taglio dato ad altre. Nel complesso, però, il lavoro diretto da Mattone e Mura colma un vuoto nella ricostruzione delle vicende che portarono alla nascita del Consiglio regionale della Sardegna, insieme a quella dell’autonomia speciale, e che caratterizzarono i primi decenni della storia autonomistica.

La legge statutaria

Questo intreccio tra passato e presente porta quasi inevitabilmente a volgere uno sguardo sul futuro dell’istituzione legislativa regionale. Senza tacerne le difficoltà, com’è evidente dal contributo fornito dalla costituzionalista Carla Bassu: intitolato, senza tanti giri di parole, “La crisi del Consiglio regionale”. Una crisi che si inserisce, spiega la docente, nella più ampia “tendenza alla marginalizzazione delle assemblee rappresentative”, figlia dell’elezione diretta dei presidenti di regione e nel parallelo rafforzamento degli esecutivi. In realtà – come emerge anche da altri interventi contenuti nel volume – all’origine di tale crisi ci sono anche le responsabilità della classe politica sarda; ma la questione dell’assetto istituzionale condiziona notevolmente l’efficienza del potere legislativo.

Una recente seduta del Consiglio regionale

Nel dibattito di Cagliari si è discusso anche dei possibili rimedi: l’attuale presidente del Consiglio, Piero Comandini, ha ribadito la sua intenzione di far approvare una legge statutaria sulla forma di governo della Regione, e anche su questo tema lo spunto polemico è arrivato da Soru, dubbioso che l’obiettivo sia raggiungibile in questa legislatura. Al confronto hanno partecipato anche l’ex governatore Christian Solinas, che ha ricordato l’azione comune delle regioni speciali per modificare i propri Statuti, che però al momento sembra andare avanti solo per il Trentino Alto Adige; e l’ex deputato ed ex consigliere regionale Antonello Soro, che ha esortato i partiti a ritornare tra la gente per stimolare la partecipazione alla politica. Sullo sfondo, il fantasma di una legge elettorale regionale che, per com’è strutturata dal 2013, lascia senza rappresentanza una fetta rilevante dell’elettorato: tutti d’accordo che debba essere modificata, eppure nel concreto questa appare, per le posizioni dei partiti presenti in Consiglio, la riforma più difficile da attuare.

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