Eterno Pacquiao, Manny torna sul ring per il Mondiale a 46 anni
Il 19 luglio per il titolo Wbc dei welter (che già è stato suo), a 46 anni, contro il messicano BarriosPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Ha ancora fame di boxe Manny Pacquiao. L'idolo delle Filippine, 46 anni, una vera star del ring (unico pugile ad aver conquistato un titolo mondiale in otto categorie di peso diverse, dai mosca ai superwelter), della politica (candidato alle presidenziali delle “sue” Filippine nel 2022) perfino della canzone (ha anche tenuto dei concerti) sarà di nuovo sul ring a quattro anni dall'ultimo incontro (perso ai punti a Las Vegas dopo una battaglia durissima di dodici round con il fortissimo cubano Yordenis Ugás). Combatterà all’Mgm di Las Vegas il 19 luglio contro il messicano Mario Barrios (record 29 vittorie, 18 per ko, 2 sconfitte e 1pari), detentore del mondiale Wbc dei welter.
Idee politiche cattoliche-ortodosse, conservatore, Pacquiao ha toccato il picco della notorietà pugilistica nell'ennesimo “incontro del secolo”, quella volta lo era davvero, perso con quell’altro guru mondiale dei pugni che risponde al nome di Floyd Mayweather (era maggio del 2015). Oltre un quarto di secolo di battaglie sul ring dopo quelle sostenute per la sopravvivenza nell'infanzia poverissima a Manila, Manny (oggi insieme a Mayweather è uno dei pugili più ricchi al mondo) è intanto volato a Los Angeles per allenarsi in vista del match mondiale. Dirà qualcuno (lo hanno già detto in molti, per la verità): la boxe ha abituato a tristi ritorni dopo anni di “vuoto”. Quello di Tyson, di nuovo sul ring a quasi 60 anni lo scorso novembre, contro uno che sul quadrato si muoveva più con le sembianze di un orso che di un pugile (Paul), brutto, scomposto, ma potente e pesante, ha rivelato quanto le minestre riscaldate, almeno nello sport, rischiano di scadere sempre nel patetico.
Il ritorno di Manny, dunque, potrebbe essere solo l’ultimo della serie?. Forse. O forse no. Perché se prendiamo il Pacquiao di qualche anno fa, non tanti anni fa, quello capace di intrappolare lo statunitense Keith Thurman (fino all’incrocio con Manny imbattuto), per esempio, non avrebbe difficoltà a superare nettamente Barrios, il messicano che ha dalla sua l’età (è 16 anni più giovane. Ma il tempo, di solito, non fa sconti a nessuno. A meno che tu non sia una specie di semidio: e allora bisognerà vedere se a Las Vegas si chiuderà definitivamente il cerchio, una lunghissima parabola lungo la quale Pacquiao ha affrontato i migliori pugili al mondo. Tante vittorie, campione del mondo in otto categorie di peso, si è detto, qualche battuta a vuoto (poche, per la verità) e molto altro. A parte la politica, anche il basket (è stato persino giocatore di una squadra delle Filippine), la televisione, le canzoni (ha inciso dischi). Ma soprattutto il suo essere un filantropo: ha usato i suoi soldi e la sua immagine per fare del bene alle persone più povere della sua gente. Un mito che attraversa tutte la fasce sociali. “I’am back”. Sono tornato.