Boxe, Guido Sarritzu è salito sul ring
Laurea in Scienze Politiche, 52 anni, di Cagliari, è il nuovo presidente del comitato regionale della Federazione. Raccoglie il testimone di Floriano CilliPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Con lui ha vinto l'affidabilità. Il successo conquistato da Guido Sarritzu alla guida del comitato regionale della Fpi conferma che per rilanciare la boxe in Sardegna c'era bisogno di un uomo che avesse titoli, cultura e preparazione. Apprezzato dal movimento pugilistico, pur avendo lavorato in retrovia, è stato capace di costruire solide relazioni attorno ai ring, battendo l’altro candidato, il vicepresidente uscente Luciano Mura. Raccoglie il testimone lasciato da Floriano Cilli, il presidente dimissionario lo scorso inverno dopo neppure un anno alla guida. “Ora costruiamo insieme il futuro del pugilato sardo”, dice. Laure in Scienze Politiche, 52 anni, Sarritzu lavora come funzionario alla Asl di Cagliari. Ma sulle spalle ha una solida esperienza amministrativa e istituzionale: è stato consigliere comunale e assessore al Comune di Quartu Sant’Elena, oltre a ricoprire incarichi in diverse società e nel mondo sindacale. “Vivo un’emozione grande e un forte senso di responsabilità. Ho accettato questa sfida perché credo nel valore sportivo, educativo e sociale del pugilato. Il mio impegno sarà totale, con l’obiettivo di far crescere la boxe in Sardegna, coinvolgendo tutte le società, gli atleti e i territori”.
Quali sono i pilastri del suo programma?
“Trasparenza amministrativa e gestionale, sostegno alle società, rilancio dell’attività giovanile e femminile, promozione del settore professionistico, valorizzazione della gym boxe, organizzazione di eventi regionali e internazionali, inclusione sociale, dialogo con le istituzioni e una comunicazione costante. A tutto ciò si aggiunge la formazione continua per dirigenti, tecnici, arbitri e giudici, e un impegno concreto per abbattere i costi delle visite mediche agonistiche, che oggi rappresentano un ostacolo per molte famiglie”.
A proposito delle visite mediche, come intende affrontare il problema dei costi?
“È una priorità. Ci attiveremo subito per stipulare convenzioni con strutture sanitarie e Asl, abbattendo i costi attraverso accordi istituzionali. Lo sport deve essere accessibile, inclusivo, alla portata di tutti”.
Dice che vuole coinvolgere società. Come intende farlo?
“Attraverso la partecipazione. Ogni decisione, bilancio o iniziativa sarà condivisa. Convocheremo assemblee periodiche, renderemo pubblici i verbali e le scelte strategiche. Nessuno sarà escluso. Nessuna società dovrà sentirsi sola”.
L’Isola della boxe gode di buona salute in questo momento: ha una pesante eredità da gestire.
“Abbiamo atleti straordinari che ci stanno regalando grandissime soddisfazioni a livello nazionale, europeo e mondiale. Dobbiamo creare le condizioni per farli emergere ancora di più, creando occasioni di confronto internazionale”.
Non c’è futuro per il pugilato senza sostegno delle istituzioni. C’era un tempo (di vacche grasse) in cui la Regione sosteneva economicamente le riunioni di pugilato. Cosa chiede alla Regione?
“Chiediamo attenzione verso la “nobile arte”, che tanto ha dato alla nostra terra e tanto ancora potrà dare. Il pugilato è cultura, è educazione, è crescita. Serve una visione comune, un’alleanza tra Comitato, società e istituzioni per sostenere e promuovere questo patrimonio. È fondamentale anche avviare una programmazione stabile delle attività, capace di dare continuità al lavoro quotidiano svolto dalle palestre e dagli operatori del settore”.
Lei ha sconfitto Luciano Mura, sostenuto soprattutto dalle società del Nord; lei invece era appoggiato da quelle del Sud. Non crede ora che la sua elezione possa amplificare questa divisione?
“È il momento di voltare pagina e guardare avanti con coraggio. Io propongo una gestione trasparente, partecipata, concreta. Metterò impegno, esperienza e passione. Insieme, tutti insieme, possiamo costruire un movimento forte”.