Il sogno di Leo Messi, della Nazionale argentina e di un intero popolo si è realizzato. Trentasei anni dopo Diego Armando Maradona, il suo erede riporta la Coppa del Mondo all’Albiceleste al termine di una partita al cardiopalma, forse la più bella finale della storia dei Mondiali.

La Pulce al termine di una serata trionfale che aspettava da una vita rivela di voler «giocare ancora qualche partita in Nazionale da campione del mondo».

«La Coppa del Mondo è quello che mi mancava. Adesso è qui - le sue parole -. Chiudere la mia carriera in questo modo, perché sono sicuramente i miei ultimi anni, è qualcosa di impressionante. Abbiamo sofferto molto ma ce l'abbiamo fatta. Mi piace stare in Nazionale, il gruppo, voglio continuare a vivere qualche altra partita da campione del mondo».

Grandi meriti ce li ha anche Emiliano “Dibu” Martinez, il portiere ancora determinante dagli 11 metri e non solo: «È stata una partita di grande sofferenza, lo sapevamo: non siamo riusciti a controllare la partita come dovevamo. Ma per diventare campione del mondo devi soffrire. Quando siamo andati ai rigori ho detto ai miei compagni di rimanere sereni, perché un paio li avrei presi..». Peccato per il gestaccio con il guanto d’oro consegnatogli come miglior portiere del torneo: una caduta di stile in mondovisione nel momento più importante della carriera.

Il ct Lionel Scaloni: «Dopo tante critiche, ora godiamoci finalmente il trionfo, ce lo siamo meritato. È tutto merito dei miei, sono stati un gruppo incredibile».

«Siamo nati per soffrire, noi argentini siamo così. Siamo in cima al mondo, penso che ce lo meritiamo», esulta Rodrigo De Paul.

Altro grande protagonista Enzo Fernandez, eletto miglior giovane del torneo: «Non dimenticherò mai questo momento della mia vita, venire qui, avere l’opportunità di giocare un Mondiale e vincerlo per il mio Paese non ha prezzo. Messi se lo merita più di tutti, sono contento per lui».

Di contro c’è la delusione dei francesi, espressa nelle parole del ct Didier Deschamps: «Tanti rimpianti. Se avessimo incassato il 3-0 non ci sarebbe stato nulla da dire, non abbiamo fatto le cose giuste per un’ora. In seguito, con molto coraggio, energia e qualità, abbiamo spinto l'Argentina al limite. Non abbiamo fatto tutto bene, ma come sempre in questo Mondiale, c'erano cuore ed energia. Quando tocchiamo qualcosa e ci sfugge, è ancora più difficile da digerire. Ma è così, e bisogna accettarlo». 

Non parla invece l’altro grande protagonista di questa finale e di questi Mondiali. Kylian Mbappè versa qualche lacrima, sprofonda nella panchina mentre gli argentini esultano ma onora il titolo di capocannoniere e il secondo posto baciando la medaglia.

(Unioneonline/L)

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