«Non ho tempo da perdere, sono felice di essere qui, in realtà non mi frega un ca**o, zero».

A Sanremo parte così, a tardissima ora nel corso della seconda serata, il monologo in formato stand-up comedy di Angelo Duro, nato a Palermo, 40 anni, comico ed ex Iena. Un intervento temuto da Amadeus, che prima del suo ingresso sul palco ha invitato con un sorriso (piuttosto tirato) i telespettatori «moralisti, gli animi più sensibili, quelli che si indignano» a cambiare canale. O in alternativa a «prepararsi».

E in effetti il quarto d’ora che segue lascia perplessa almeno metà della sala, che non può cambiare canale. Tema? La trasgressione, oggi di chi non si tatua (come lui, che lo ha dimostrato restando in mutande) oppure di chi, sempre come lui, sta insieme alla stessa «donna» da 14 anni.

Anche se «la tradisco regolarmente, per questo stiamo insieme. Io glielo dico, per il bene del rapporto». E qui la parabola dell’uomo che va a “ pu**ane” e «voi donne dovete accettarlo perché vi salvano il matrimonio». E della donna che dopo il matrimonio «rompe i cog**oni lo stesso però se la fa un altro».

E sempre rivolgendosi alle donne: «Avete pregiudizi sulle pu**ane. Siete voi che volete che le vostre amiche diventino pu**ane, e non vi fate invece amiche le pu**ane».

Qualche altro cenno a quanto sia umiliante fare i «contadini con la laurea» mentre lui, che «dopo tanti anni» ha un lavoro, quello di parlare in pubblico, «e mi pagano pure, bravi», si sta prendendo le sue «soddisfazioni»: «Quando vado a fare i colloqui e mi assumono li mando a fare in c**o io». «Ho riempito teatri e ho venduto un sacco di libri. Non mi vanto, è così».

«Questo potrebbe essere l’inizio della sua carriera, e la fine della mia», ha commentato Amadeus al termine del monologo, concluso con un bel dito medio (anzi due) al pubblico. 

Pioggia di critiche sui social per Duro: «Non fa ridere», «Totalmente fuori contesto»,«Questo spettacolo dopo Ferragni e la lettera sui diritti delle donne?», ma c’è anche chi lo difende: «Chi lo conosce sa che non è una comicità per tutti», scrivono molti utenti. Il problema forse sta proprio lì: Sanremo è, per eccellenza, il programma per tutti.

(Unioneonline/D)

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