Arriva dalla Sardegna il Campione italiano di caffè che dal 12 al 14 aprile parteciperà alla gara per il titolo mondiale in programma a Chicago.

Simone Zaccheddu, 37enne di Macomer, sarà in gara per la categoria Cup Tasters, mentre Gabriele Pezzaioli per la Brewers Cup. Una sfida importante per i due giovani campioni che rappresenteranno l’Italia a The Specialty Coffee Expo.

Zaccheddu ha conquistato il suo titolo nel campionato organizzato da Sca Italy a Rimini durante il Sigep: 8 minuti di tempo e 8 triangolazioni divise in set da tre tazze, di cui due identiche e una diversa. Il concorrente doveva identificare, in un lasso di tempo molto breve attraverso il gusto e l’olfatto, la tazza diversa e Simone Zaccheddu ha riconosciuto ben 7 tazze in 2 minuti e 10, salendo sul podio e conquistando il titolo di Campione italiano.

Figlio di baristi tradizionali, ha cominciato ad avvicinarsi alla cultura del caffè durante le domeniche in cui aiutava i genitori. A 18 anni il trasferimento a Torino dove ha continuato a fare il barista. Nel 2014 parte con destinazione Parigi dove inizia a lavorare al Grand Pigalle Hotel in cui viene servito lo specialty coffee: qui conosce Massimo Santoro, barista e coffee coach pistoiese, Campione nel 2018 alla "World Barista Championship France" (WBC), che cambia completamente la sua prospettiva e il suo percorso. Rientrato in Italia nel 2016, Simone decide di investire nella sua formazione con i corsi di SCA Italy - Roasting foundation, Barista, Brewing, Sensory skills e Green coffee, continuando a lavorare in piccoli bar a Firenze, finché non riceve l’offerta di Ditta Artigianale nel 2018 per il ruolo di barista. Nel 2022 inizia a lavorare come coffee expert per l’Accademia del caffè espresso della Marzocco dove lavora anche oggi.

«Il mio approccio al bancone è stato difficile, lavoravo aiutando i miei genitori e lo vedevo come una costrizione più che il lavoro che avrei fatto per tutta la vita: l’incontro con Massimo Santoro è stato uno spartiacque, in cui ho davvero capito che, se avessi voluto continuare su questa strada, avrei dovuto investire sulla mia carriera e così ho fatto. In questo settore spesso si ha la tendenza a scegliere un approccio e seguirlo come la bibbia, secondo me bisogna invece cercare di trovare la propria strada personale: solo così si può davvero capire cosa c’è dietro il caffè, le vite, le storie che si avvicendano; non conta solo l’ultimo trend in fatto di caffè, anche perché si tratta di una bevanda che viene bevuta in tutto il mondo e non si può pensare che tutti abbiano gli stessi gusti», racconta il 37enne.

(Unioneonline/s.s.)

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