"Ancora litigare? Ancora attaccare me?".

Se lo chiede in un post il segretario del Partito democratico, Matteo Renzi, che risponde così alle polemiche su chi lo accusa di dimissioni "farlocche" dopo la sconfitta alle elezioni del 4 marzo.

"Leggo di tutto, ancora una volta. Qualcuno dice che le dimissioni sarebbero una finta, qualcuno che starei per andare in settimana bianca. Le dimissioni sono vere, la notizia falsa. Mi stupisce che certe cose diventino l'apertura dei siti, emozionino le redazioni, intrighino i giornali. Parlare di me - ancora - è inspiegabile. Sono altri, adesso, a guidare il Paese. Io ho già detto cosa farò: il parlamentare semplice, cercando di rappresentare al meglio quei cittadini che mi hanno onorato della loro fiducia".

Passa poi al contrattacco, puntando il dito su chi vorrebbe dialogare con i grillini.

"Per me il Pd deve stare dove l'hanno messo i cittadini: all'opposizione. Se qualcuno del nostro partito la pensa diversamente, lo dica in direzione lunedì prossimo o nei gruppi parlamentari. Senza astio, senza insulti, senza polemiche: chi vuole portare il Pd a sostenere le destre o il Movimento Cinque Stelle lo dica. Personalmente penso che sarebbe un clamoroso e tragico errore. Ma quei dirigenti che chiedono collegialità hanno i luoghi e gli spazi per discutere democraticamente di tutto".

Gli risponde su Facebook il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini: "Non ho mai pensato che sia possibile fare un governo con i 5 Stelle, e tantomeno con la destra".

"Aggiungo che non trovo nemmeno traccia nel Pd di qualcuno che abbia in mente di farlo, quindi sono inutili polemiche o velenosi depistaggi mediatici. Abbiamo perso le elezioni e quindi l’unica strada giusta e possibile è andare all’opposizione. Nel Pd siamo e saremo tutti d’accordo su questo".

LE DIMISSIONI:

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