Gli Stati Uniti minacciano sanzioni al Battaglione Idf “Netzach Yehuda” per “violazioni dei diritti umani in Cisgiordania”. Sarebbe una prima volta storica, le misure restrittive vieterebbero al battaglione israeliano e ai suoi membri di ricevere qualsiasi tipo di assistenza o addestramento militare Usa.

Il Battaglione in questione è stato fondato nel 1999 e via via è salito a circa mille soldati, nella quasi totalità religiosi 'haredim'. Ora è impiegato nella guerra a Gaza.

L’ipotesi di sanzioni viene respinta con forza da Tel Aviv: «Il massimo dell’assurdità», tuona Benjamin Netanyahu, mentre il ministro Benny Gantz si propone di parlarne con il segretario di Stato Usa Antony Blinken. «Un precedente pericoloso che invia anche un messaggio sbagliato ai nostri nemici comuni in tempo di guerra», afferma Gantz.

Sul fronte militare, se è calma relativa con l'Iran, non si fermano i raid su Gaza e le operazioni militari in Cisgiordania. Autorità della Striscia di Gaza denunciano 22 morti, di cui 18 minori, in un attacco israeliano a Rafah, mentre l'agenzia palestinese Wafa ha parlato di 14 morti nei pressi di Tulkarem in scontri di uomini armati con l'esercito. E, secondo Al Jazeera, 180 corpi sono stati trovati finora in una fossa comune nei pressi dell'ospedale Nasser a Khan Yunis a due settimane dal ritiro dell'esercito israeliano.

«Nei prossimi giorni aumenteremo la pressione militare e politica su Hamas perché questo è l'unico modo per liberare i nostri ostaggi e ottenere la vittoria», annuncia Netanyahu in un videomessaggio prima della Pasqua ebraica condiviso online. Potrebbe partire ufficialmente l’operazione a Rafah, che comunque da due giorni è oggetto di pesanti bombardamenti.

(Unioneonline/L)

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