Sardegna in zona rossa per il rischio di morte sui luoghi di lavoro.

A lanciare l’allarme è l’ultimo report dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, che sottolinea come nell’Isola sussista una “incidenza di rischio” superiore del 25% rispetto alla media nazionale. Un triste primato che la Sardegna condivide assieme a Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Puglia, Calabria e Umbria.

«L’incidenza degli infortuni mortali – spiega l’Osservatorio - indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente». Si tratta, viene sottolineato, del «vero indicatore di rischio per i lavoratori del nostro Paese, poiché valuta il numero di vittime rispetto alla popolazione lavorativa. Una mappatura preziosa per tutti coloro che operano per la sicurezza sul lavoro».

I numeri nell’Isola – In Sardegna, dove sono occupate circa 576mila persone, da inizio anno si sono registrate 5 vittime, per una incidenza di 8,7, contro una media nazionale di 6,4. 

«Siamo arrivati al primo trimestre del 2024 – il commento di Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Vega – e, purtroppo, le proiezioni delle tragedie sul lavoro continuano a rimanere drammaticamente stabili se non peggiori».

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Dati drammatici – L’Osservatorio snocciola anche i dati drammatici delle tragedia avvenute sul lavoro: «Sono 191 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 151 in occasione di lavoro (3 in più rispetto a marzo 2023: +2%) e 40 in itinere (8 in meno rispetto a marzo 2023). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (28). Seguono: Puglia (15), Emilia-Romagna (14), Campania (12), Lazio e Toscana (11), Piemonte (10), Trentino-Alto Adige e Sicilia (9), Calabria (6), Veneto e Sardegna (5), Liguria (4), Umbria e Friuli-Venezia Giulia (3), Valle d’Aosta, Abruzzo e Marche (2). Basilicata e Molise non registrano vittime nel primo trimestre 2024.

I settori e le vittime – Alla fine del primo trimestre del 2024 – si legge nel report - è ancora il settore delle Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 25. Seguito dalle Attività Manifatturiere (19), da Trasporti e Magazzinaggio (13) e dal Commercio (10).

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (54 su un totale di 151). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a marzo 2024 sono 10, mentre 6 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 37, mentre sono 13 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Il mercoledì, infine, risulta essere il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nel primo trimestre dell’anno (21,2%).

(Unioneonline/l.f.)

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