Si indaga per terrorismo dopo quanto accaduto ieri a Manhattan, dove un 29enne, al volante di un pick up, ha travolto un gruppo di ciclisti: otto le vittime, 11 i feriti secondo il più recente bilancio.

L'attentatore è Sayfullo Habibullaevic Saipov, un uzbeko residente a Tampa (Florida).

Quando è sceso dall'auto, riferiscono i testimoni, ha gridato "Allah Akbar" e con sé aveva anche una sparachiodi e un'arma che lancia proiettili a inchiostro.

È stato un agente di polizia a neutralizzarlo, sparandogli un colpo allo stomaco.

Vicino alla sua auto è stato ritrovato un foglietto con una scritta in arabo: "Agisco in nome del Califfato", una sorta di testamento, secondo quanto scrive il New York Times. Lui stesso, interrogato, ha dichiarato di essere "orgoglioso" di quello che ha fatto, aggiungendo: "Avrei voluto uccidere ancora".

Secondo la polizia si sarebbe radicalizzato sul web.

LA DINAMICA - Il 29enne ha noleggiato il pick up, poi si è diretto sulla Hudson River Greenway; su uno stretto viale alberato, dove le biciclette hanno a disposizione una corsia a doppio senso, ha investito ciclisti e pedoni, fino a terminare la sua corsa alla high school: lì si è schiantato contro uno scuolabus.

Molti, all'inizio, hanno pensato a uno scherzo per i festeggiamenti di Halloween; sul posto c'era un poliziotto, Ryan Nash, che era stato chiamato per un tentato suicidio di una studentessa.

Era fuori dal liceo quando, intorno alle 15, ha visto Saipov centrare lo scuolabus e poi fuggire a piedi con in mano le armi. A quel punto gli ha sparato, per impedirgli di continuare la sua strage.

Il 29enne è stato portato d'urgenza in ospedale, operato e sarebbe fuori pericolo. Mentre otto persone non hanno avuto scampo.

La tesi principale è ora quella del terrorismo, di un "lupo solitario" che avrebbe agito da solo.

LE VITTIME - Tra le persone uccise durante l'attacco ci sono due americani, una donna belga e cinque argentini, identificati dal governo di Buenos Aires.

Questi ultimi sono Hernán Mendoza, Diego Angelini, Alejandro Pagnucco, Ariel Erlij e Hernan Ferruchi. Erano a New York per festeggiare la loro trentennale amicizia, nata sui banchi di scuola.

"COMBATTENTE NEMICO" - "Credo che dovremmo considerare questa persona un combattente nemico, sì". A dirlo è la portavoce della Casa Bianca, Huckabee Sanders, parlando del sospetto attentatore di New York, Sayfullo Saipov, e spiegando tuttavia che questo non significa che l'amministrazione non sosterrà un eventuale processo davanti ad un tribunale federale. La dizione "combattente nemico" è stata finora utilizzata per i detenuti di Guantanamo.

(Redazione Online/s.s.-D)

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