Questa mattina è stata eseguita una seconda condanna a morte in Iran. Il giustiziato è Majidreza Rahnavard, accusato di aver ucciso due ucciso due Basiji, componenti della forza paramilitare fondata dall'ayatollah Khomeini, durante le manifestazioni di protesta.

Da quanto scrive l’agenzia di stampa della magistratura, è stato condannato per “muharebeh” (la “guerra contro Dio”) per aver accoltellato a morte Hossein Zeinalzadeh e Danial Rezazadeh, e aver ferito altri quattro Basiji a Mashhad, nella provincia di Khorasan Razavi, il 17 novembre scorso, nell’ambito della rivolta in atto dal 16 settembre, dopo la morte in custodia di Mahsa Amini, la giovane che, secondo le autorità, aveva indossato l'hijab in modo “improprio”.

Gli attivisti per i diritti umani fanno sapere che Rhanavard è stato duramente picchiato durante la detenzione, tanto da subire nel corso dell'arresto la frattura di un braccio. Successivamente è stato esposto alla TV di Stato mentre confessava gli omicidi, sotto la pressione delle autorità.

Un altro manifestante, Mohsen Shekari, è stato impiccato giovedì scorso: anche per lui l’accusa di “muharebeh” per aver partecipato a un blocco stradale e ferito un Basiji durante le proteste.

(Unioneonline/s.s.)

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