Continua a far discutere il caso di Ilaria Salis, la militante antifascista di origini sarde da 11 mesi in carcere a Budapest. Per il padre Roberto, che la attende in Italia «la sua situazione dipende da quanto lo Stato italiano sarà capace di battere i pugni sul tavolo dato che per ora ha sventolato giusto un ventaglio per fare un po' di vento».  La 39enne è in cella dallo scorso 11 febbraio, sul suo capo l’accusa di aggressione a dei manifestanti nazisti.

Lunedì 29 gennaio ci sarà a Budapest la prima udienza del processo e il genitore spiega di «non essere ancora ottimista perché non riesco a vedere come ne possano uscire fuori gli attori di questa pagliacciata. Orban non può dire “scusate, ho sbagliato”».

Per Salis il ministro della Giustizia Carlo Nordio – nel suo intervento in Senato – è stato «deludente». Dopo aver scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, martedì sarà a Roma per incontrare «un alto rappresentante del governo e mi aspetto un piano operativo, non certo una chiacchiera».

(Unioneonline/v.f.)

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