Due palestinesi sono stati uccisi dai soldati israeliani a Gaza.

Si tratta delle prime vittime registrate nel "Giorno della Rabbia", in cui il mondo arabo si è sollevato contro la decisione di Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale d'Israele e di trasferirvi da Tel Aviv le sedi diplomatiche Usa.

I tafferugli hanno provocato oltre duecento feriti, che hanno riportato intossicazioni dovute a inalazione di gas lacrimogeni. Alcuni sono stati raggiunti da proiettili veri e proiettili di gomma usati dai militari.

Non solo: dalle postazioni palestinesi sono stati lanciati razzi all'indirizzo dello Stato Ebraico e Hamas ha lanciato una nuova intifada. Mentre Israele ha risposto con un attacco dell'aviazione contro la Striscia di Gaza.

Ancora, gli estremisti dello Stato islamico non hanno mancato di cavalcare la vicenda, fomentando i propri seguaci a colpire gli ebrei in tutto il mondo.

Manifestazioni anti-americane e anti-israeliane sono state organizzate anche in Indonesia, Malaysia e Iran, dove i Guardiani della Rivoluzione hanno invitato i cittadini a contestare Washington perché "Al Quds (nome arabo di Gerusalemme, ndr) appartiene a tutti i musulmani e deve continuare a essere islamica".

ALL'ONU - Intanto, dal punto di vista istituzionale, in serata si è tenuta una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu.

In questa sede l'ambasciatrice degli Stati Uniti, Nikki Haley, ha criticato le Nazioni unite accusandole di "ostilità contro Israele" da "molti anni" e ha difeso la decisione di Trump, dicendo che è "l'ovvio".

In disaccordo gli ambasciatori Onu di cinque Paesi europei (Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania e Svezia ) che hanno letto una dichiarazione comune al Palazzo di Vetro dicendosi contrari alla politica americana.

(Redazione Online/l.f.-D)

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