Torna la paura in Giappone a meno di un anno dall'attentato che ha provocato la morte dell'ex premier Shinzo Abe, avvenuto durante un comizio elettorale.

Una dinamica che si è ripetuta nella città di Wakayama, nel sud ovest dell'arcipelago, dove il capo dell'esecutivo, Fumio Kishida, si trovava nei pressi del porto di Saikazaki per dare sostegno al candidato del partito Liberal-democratico in occasione delle imminenti elezioni distrettuali.

La polizia ha arrestato un ragazzo di 24 anni che ha lanciato un ordigno esplosivo simile a una bomba carta in direzione del premier, prima di essere raggiunto e bloccato dalle forze dell'ordine. L'esplosione, seppur contenuta, ha creato confusione e ferito un agente, Kishida è rimasto illeso nell'incidente. Il suo discorso è stato cancellato, il primo ministro evacuato, mentre si fa luce sull'ennesimo episodio di quello che appare a tutti gli effetti il gesto di uno squilibrato e sull'adeguatezza delle misure di sicurezza che regolano eventi di tale portata, rispetto agli standard occidentali.

Il premier giapponese (Ansa)
Il premier giapponese (Ansa)
Il premier giapponese (Ansa)

Sebbene il Giappone abbia il più basso tasso di criminalità tra i Paesi sviluppati e l'uso di armi sia altamente circoscritto, la presenza sporadica di atti criminali individuali richiama a una maggiore cautela delle autorità.

L'assassinio dello scorso luglio di Abe, il primo ministro giapponese più longevo dal dopoguerra, venne eseguito da una persona che riuscì ad avvicinarsi liberamente al premier durante un raduno elettorale che si svolgeva nella città di Nara, prima di esplodere due colpi da distanza ravvicinata con una pistola artigianale. 

Passata la paura, il premier ha subito ripreso le attività della sua campagna elettorale e si è persino scusato con i cittadini: «Vorrei scusarmi per aver fatto preoccupare e disturbato molte persone», ha dichiarato all'emittente pubblica Nhk.

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata