Amanda Knox dagli Stati Uniti ha fatto ricorso in Cassazione per chiedere l’annullamento della condanna a tre anni di reclusione per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, legata al processo per l'omicidio di Meredith Kercher (per il quale è stato condannato in via definitiva con rito abbreviato l’ivoriano Rudy Guede).

Dopo un lungo iter giudiziario Knox è stata assolta definitivamente dall’accusa di omicidio della studentessa inglese (avvenuto il primo novembre 2007 a Perugia) assieme a Raffaele Sollecito. Ma è stata condannata a tre anni per aver calunniato Lumumba, il titolare del bar dove l’americana lavorava, da lei accusato dell'omicidio e in seguito risultato estraneo ai fatti.

Ora la 36enne di Seattle, secondo l’Ansa, si appella a uno degli articoli introdotti dalla riforma Cartabia e ha deciso di fare istanza, tramite gli avvocati Carlo Dalla Vedova, suo legale storico, e Luca Luparia Donati, dopo che la Corte europea dei diritti dell'uomo ha riconosciuto la violazione dei suoi diritti di difesa nel corso dell'indagine.

Lumumba, costituito con l'avvocato Carlo Pacelli, si oppone alla richiesta.

Il ricorso sarà esaminato, in camera di consiglio e in forma "non partecipata", a inizio ottobre dalla quinta sezione della Cassazione. Questa potrà respingere il ricorso dell'americana, revocare la sentenza di condanna per calunnia o disporre una rinnovazione del processo che in quel caso si terrebbe a Perugia.  Possibilità ritenuta comunque molto remota dai legali di Knox, anche sulla base della sentenza della Cassazione che ha assolto lei e Sollecito dall'accusa di omicidio.

Un eventuale annullamento della condanna per calunnia non aprirebbe comunque la strada a una richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione da parte di Knox, essendo scaduti i termini, che potrebbe comunque avanzare una richiesta di danni.

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata