"Abu Bakr al-Baghdadi è vivo al 99% e si trova in Siria, a Raqqa".

Così i servizi antiterrorismo curdi e iracheni riaprono il giallo sulla presunta morte del leader dello Stato Islamico, l'uomo che nel 2014, da una moschea della città irachena di Mosul, annunciò la nascita del Califfato.

"Abbiamo le informazioni che lo provano", ha dichiarato Lahur Talabany, direttore del servizio di intelligence nella regione del Kurdistan. "Non dimentichiamo che le sue radici risalgono al periodo di Al Quaeda in Iraq, ha anni di esperienza in clandestinità, sa cosa sta facendo e sa come nascondersi dai servizi segreti".

Anche il capo dell'intelligence irachena, Abu Ali al-Basri, ritiene che il Califfo sia vivo e si trovi in Siria, e persino i servizi di sicurezza russi hanno fatto un passo indietro, "sostenendo di non avere informazioni precise".

"Stiamo ancora verificando", ha fatto sapere il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov.

È di circa un mese fa l'annuncio della Russia, "Forse l'abbiamo ucciso". Il Pentagono Usa aveva dubbi, ma a dissiparli è arrivata la conferma dellIsis, che ha anche nominato il suo successore.

Le ultime prove di al Baghdadi in vita risalgono a novembre, quando l'Isis pubblicò un suo presunto messaggio audio, la cui autenticità non è stata però dimostrata. Sempre a novembre il governatore della provincia irachena di Ninive aveva riferito che il leader dell'Isis era fuggito da Mosul, senza precisarne la destinazione.

(Redazione Online/L)

© Riproduzione riservata