Disattendendo le richeste del Procuratore generale, che aveva chiesto l'annullamento della sentenza con rinvio, la Cassazione ha confermato la condanna dei sei imputati per il rogo della ThyssenKrupp in cui morirono sette operai.

Diventano così definitivi i verdetti nei confronti degli imputati Harald Espenhahn, Gerald Priegnitz, Marco Pucci, Daniele Moroni, Giuseppe Salerno, Cosimo Cafueri, accusati di omicidio plurimo.

La vicenda è quella relativa all'incendio scaturito all'interno dello stabilimento Thyssen di Torino il 6 dicembre 2007 e che aveva provocato la morte di sette operai.

"Chiedo che la Cassazione annulli con rinvio la sentenza e la determinazione delle pene del reato di omicidio plurimo", aveva detto il pg Paola Filippi rivolto alla quarta sezione penale presieduta da Fausto Izzo.

Immediata la reazione dei parenti presenti all'udienza: "Siete dei venduti - hanno urlato - Vergognatevi, non c'è giustizia per i nostri morti".

I giudici della Suprema Corte però hanno respinto la richiesta dell'accusa confermando le sei condanne.

La pena più alta è di 9 anni e 8 mesi inflitta all'ad Harald Espenhahn, quella più bassa, di 6 anni e 3 mesi per i manager Marco Pucci e Gerald Priegnitz. Condannati inoltre gli altri dirigenti Daniele Moroni a 7 anni e 6 mesi, Raffaele Salerno a 7 anni e 2 mesi e Cosimo Cafueri a 6 anni e 8 mesi.

Lacrime di liberazione alla lettura del verdetto per i familiari delle vittime che hanno gridato: "Giustizia è fatta".

Antonio Boccuzzi, sopravvissuto al rogo, si inginocchia: "È un pianto di liberazione - dice - dopo otto anni e mezzo sarebbe stato assurdo se fosse stata negata giustizia".

All'uscita i famigliari mostrano con un senso di liberazione una maglietta sulla quale ci sono le foto delle vittime e in cui si chiedono "pene severe" per gli imputati Thyssen. Pene che ora la Cassazione ha reso definitive.
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