Gli altri cinque dirigenti del processo per il rogo alla Thyssenkrupp sono stati condannati dalla Corte di Assise di Torino per cooperazione in omicidio colposo. La pena è di 13 anni e mezzo per Marco Pucci, Gerald Priegnitz, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri; a dieci anni e dieci mesi di reclusione è stato condannato Daniele Moroni. Alla lettura del dispositivo, che è tuttora in corso, un parente delle vittime ha avuto un leggero malore; portato fuori dall'aula, è stato soccorso dagli operatori della Croce Verde e del 118.

LE SANZIONI PECUNIARIE La Thyssenkrupp è stata condannata al pagamento di un milione di euro di sanzione pecuniaria, l'esclusione da contributi e sovvenzioni pubbliche per sei mesi, il divieto di farsi pubblicità per sei mesi. Risarcimenti nell'ordine complessivo di svariati milioni di euro sono stati riconosciuti dalla Corte di Assise di Torino alle parti civili del processo. Gli indennizzi sono andati alla Regione Piemonte (973 mila euro), alla Provincia di Torino (500 mila), al Comune (un milione più il diritto a fare una causa civile supplementare), ai sindacati Fim, Fiom, Uilm, Flm-Cub, all'associazione Medicina Democratica, e alle decine di ex colleghi delle vittime che lavoravano nello stabilimento di Torino.

THYSSEN La condanna di Herald Espenhahn Nhahn in primo grado per "omicidio con dolo eventuale" è per la Thyssenkrupp "incomprensibile e inspiegabile". Lo si legge in un comunicato diffuso dall'azienda dopo la decisione dei giudici di Torino. Nel comunicato la Thyssenkrupp esprime ai familiari delle vittime "il suo più profondo cordoglio e rinnova il suo grande rammarico per il tragico infortunio avvenuto in uno dei suoi stabilimenti". "Nelle sue linee guida - sottolinea ancora l'azienda -, il Gruppo conferma che la sicurezza sul posto di lavoro è un obiettivo aziendale di assoluta importanza, pari alla redditività e alla qualità dei prodotti, e che si deve provvedere con ogni mezzo a garantire la stessa. Una tragedia simile - conclude la Thyssenkrupp - non si dovrà ripetere mai più".

APPELLO "Vedere cose di questo tipo è sconsolante", ha detto l'avvocato Cesare Zaccone, uno dei difensori della Thyssenkrupp, dopo la lettura della sentenza. "Faremo appello - ha aggiunto - ma non credo che otterremo molto di più"'.

REAZIONE FIOM - "Hanno avuto ragione le famiglie, hanno avuto ragione i lavoratori della Thyssen, abbiamo avuto ragione noi ad avere fiducia nella magistratura torinese", è il commento di Giorgio Airaudo, della Fiom. "Quando il lavoratore viene ferito o muore sul lavoro - osserva Airaudo - non è mai un caso, c'é sempre una responsabilità. E' una sentenza importante, che farà scuola in Italia e in Europa. Resta il dolore per chi ha perso la vita e per chi non ha più i propri affetti. La nostra solidarietà sarà sempre insufficiente".

IL SOPRAVVISSUTO "Chi ha sbagliato ha pagato": scoppia a piangere, si copre il viso con le mani, poi si fa forza e con voce rotta, Antonio Boccuzzi, unico sopravvissuto al rogo della Thyssemnkrupp, ora deputato del Pd, commentando a caldo la sentenza della Corte di Assise di Torino. "Dedico questa sentenza a tutti i morti di quella notte - dice nell'aula dove è stato letto il dispositivo della sentenza - a chi ha perso la vita sul posto di lavoro e a mia madre che è scomparsa da poco". "E' stata fatta giustizia - aggiunge - anche se, fino alla lettura della sentenza, avevamo paura che succedesse qualcosa di diverso". "E' un risarcimento morale importante e dovuto a tutti i familiari - conclude - Era un'esigenza che avevamo tutti e non è una forma di vendetta. Chi ha sbagliato, ha pagato".
© Riproduzione riservata