Per Renato Vallanzasca, protagonista della mala milanese e condannato a 4 ergastoli e 296 anni di carcere, detenzione che sta scontando nel penitenziario di Bollate, l'equipe di osservazione del carcere - in una nota inviata al tribunale di Sorveglianza di Milano - ha chiesto ai giudici di poter ottenere "la liberazione condizionale e la semilibertà".

LA RICHIESTA - Nel rapporto presentato dagli operatori al tribunale si fa riferimento al "cambiamento profondo" di Vallanzasca, al "ravvedimento" che ha dimostrato in questi ultimi tempi e che impone un "ulteriore sviluppo del condannato".

Per tutte queste ragioni, è la conclusione della relazione firmata da Massimo Parsi, direttore dell'equipe "si ritiene che il soggetto possa accedere alla liberazione condizionale (o in subordine alla semilibertà)".

Nei prossimi giorni, i giudici dovranno decidere se accettare o meno tale richiesta.

GLI EPISODI - Il "bel René" aveva già ottenuto la semilibertà, ma durante un permesso premio era stato sorpreso da un vigilante dell'Esselunga di viale Umbria a Milano mentre avrebbe tentato di rubare due paia di boxer, delle cesoie e del concime per le piante per un valore di circa 70 euro. Episodio che gli è valso una condanna a 10 mesi per tentata rapina impropria e soprattutto il ritorno al regime carcerario.

Nell'agosto del 2017, poi, Vallanzasca è tornato a far parlare di sé. Questa volta per l'aggressione di un agente a Bollate, nell'area colloqui, in presenza di altri detenuti e familiari. La direzione del carcere ha avviato accertamenti per ricostruire i fatti, un "alterco" più che vivace tra l'ex bandito e l'agente penitenziario.

(Unioneonline/s.a.)

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