Renato Vallanzasca è stato arrestato per aver rubato delle mutande. Il Bel Renè, secondo quanto si è saputo, avrebbe pagato correttamente degli alimentari nascondendo in una sua borsa due paia di boxer che aveva tolto dalla confezione, un paio di cesoie e del concime per piante, per un valore di circa 70 euro.

Durante il processo per direttissima, che si è svolto a porte chiuse, è arrivata la decisione del tribunale di sorveglianza di revocare temporaneamente il regime di semilibertà di cui godeva Vallanzasca e quindi il pm ha sostanzialmente chiesto solo la conferma dell'arresto deciso dal giudice Ilaria Simi De Burgis. Da quanto si è appreso, Vallanzasca ha voluto solo contestare l'accusa di rapina impropria che sarebbe scattata per le minacce che avrebbe rivolto a un addetto alla sicurezza del supermercato Esselunga di viale Umbria senza dare giustificazioni per la rapina di pochi oggetti di scarso valore. Il giudice ha poi fissato il processo che si terrà a fine mese.

I FATTI - Era in permesso premio, ammesso al regime della semilibertà presso il carcere di Bollate, quando ieri sera, intorno alle 20, è stato sorpreso da un addetto all’antitaccheggio di un supermercato milanese per aver cercato di allontanarsi dopo avere sottratto merci di scarso valore.

Vallanzasca ha passato la notte nelle camere di sicurezza dei carabinieri, in caserma, e stamani è stato condotto a palazzo di giustizia dove è in corso il processo per rito direttissimo. Sulla ricostruzione dell'accaduto, ieri sera, all'interno dell'Esselunga in viale Umbria, la società e i carabinieri mantengono il massimo riserbo per evitare qualunque forma di spettacolarizzazione. Secondo indiscrezioni, però, Vallanzasca è stato notato rompere delle confezioni di boxer nella corsia dell'intimo, e quando è giunto alle casse l'addetto antitaccheggio gli ha detto che c'era altra roba da pagare. Lui avrebbe risposto in modo altezzoso con un "E allora?" e si sarebbe rifiutato di mostrare il contenuto della sua borsa. A quel punto il responsabile del punto vendita ha chiamato le forze dell'ordine. Dalla perquisizione sono emerse le mutande, le cesoie e il concime e a quel punto i carabinieri gli hanno intimato di accomodarsi nella gazzella. Lui non ha protestato ed è salito sulla vettura.
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