Si è avvalso della facoltà di non rispondere Davide Paitoni, il 40enne arrestato per aver ucciso a coltellate il figlio di 7 anni e aver tentato di ammazzare la moglie da cui si stava separando nel tardo pomeriggio del primo gennaio, tra Morazzone e Gazzada Schianno, in provincia di Varese.

Secondo quanto riferito dal suo avvocato Stefano Bruno "non era in condizioni di sostenere l'interrogatorio".

"Gli ho consigliato di non rispondere perché non era in grado, essendo troppo provato", ha detto il legale. Poi, ha aggiunto, "non ho ancora avuto modo di entrare nel merito dell'accaduto con il mio assistito, al momento mi sto occupando del lato umano".

L’uomo è accusato di omicidio con le aggravanti della premeditazione e della crudeltà, e tentato omicidio. Nel pomeriggio il gip di Varese Giuseppe Battarino ha convalidato l'arresto.
LA MISURA CAUTELARE – Tra Paitoni e la moglie non era in corso una separazione formale, i due stavano ancora trattando i termini per tramite degli avvocati. La donna lo aveva denunciato per maltrattamenti due volte tra il 2020 e il 2021, e i genitori di lei lo avevano segnalato: risulterebbe dunque aperto un "codice rosso" di cui, però, al momento non si conosce l'esito.

Eppure Paitoni aveva ottenuto dal Gip del Tribunale di Varese di poter vedere suo figlio nonostante la misura della custodia cautelare ai domiciliari per tentato omicidio nei confronti di un collega di lavoro e le denunce da parte della moglie. Non era stato ritenuto pericoloso dall'autorità giudiziaria. 

Davide Paitoni con il figlio e la ex moglie (foto Facebook)
Davide Paitoni con il figlio e la ex moglie (foto Facebook)
Davide Paitoni con il figlio e la ex moglie (foto Facebook)

"L'ordinanza per i domiciliari è stata firmata il 29 novembre, avallando la misura richiesta dal magistrato", ha spiegato il presidente del Tribunale di Varese, Cesare Tacconi, "che l'ha motivata con il pericolo di inquinamento probatorio, non con la pericolosità sociale, e il giudice non può aggravare la richiesta del pm". Successivamente, prosegue il presidente del Tribunale, "l'avvocato difensore dell'indagato ha chiesto che gli fosse concesso di vedere il figlio e la moglie, dato che secondo ordinanza non avrebbe potuto avere contatti se non con i familiari conviventi, quindi il padre". Il 6 dicembre "il Gip ha autorizzato l'uomo a vedere il figlio". Relativamente alle denunce della donna ed al codice rosso, Tacconi ha precisato come "non vi sia in Tribunale alcuna pendenza a carico dell'uomo, quindi se le denunce ci sono, sono ancora in Procura". Poi ha concluso: "Ho svolto tutti gli accertamenti del caso, tra i due non vi era alcuna separazione formale in corso, se mi sarà richiesto formalmente presenterò una relazione".

IL DELITTO – La sera del primo gennaio Paitoni ha afferrato un coltello e ha colpito alla gola il figlio Daniele, per poi tentare di ammazzare anche la moglie dopo averla raggiunta nella casa dei genitori dove si era trasferita.

Il corpo di Daniele lo ha nascosto nell’armadio, sopra una lettera piena di livore verso la moglie e il messaggio per il padre: “Perdonami”.

I carabinieri lo hanno arrestato alle prime luci dell’alba del 2 gennaio: stava cercando di scappare.

INTERVIENE IL MINISTRO – Sul delitto del piccolo Daniele, fonti di via Arenula riportano che il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, ha chiesto all'ispettorato di "svolgere con urgenza i necessari accertamenti preliminari" sul caso. 

(Unioneonline/D)

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