“Ho perso la testa”. Fulvio Baule, 40enne di Ploaghe sotto processo per il duplice omicidio dei suoceri (Basilio Saladdino e Liliana Mancusa) avvenuto a colpi d’ascia nel febbraio dell’anno scorso a Porto Torres, ha ricostruito in aula quei momenti drammatici, durante i quali ha anche ridotto in fin di vita la moglie, Ilaria Saladdino.

"Mio suocero mi ha parlato male e mi è saltato addosso, ho perso la testa", ha detto ai giudici della Corte d’assise di Sassari nelle sue dichiarazioni spontanee.

Difeso dall'avvocato Nicola Lucchi, Baule finora non aveva mai parlato in tribunale. Oggi ha cercato di motivare il suo folle gesto.

Sul banco anche altri cinque testimoni chiamati dalla pm Enrica Angioni, sono i vicini di casa: "Stava a cavalcioni sul corpo del signor Saladdino e continuava a colpirlo con l'ascia anche mentre era inerme a terra", ha raccontato uno dei testi.

La sera del 26 febbraio 2022, Baule ha litigato per strada con la moglie davanti al palazzo dove lei viveva con i genitori a Porto Torres, aveva preso un'ascia dal portabagagli della sua auto e colpito alla testa prima il suocero, uccidendolo sul colpo, poi la moglie e infine la suocera, morta in ospedale dopo un mese di coma.

Infine era scappato, abbandonando per strada i due figli gemelli di un anno che avevano assistito alla strage, si era costituito poco dopo ai carabinieri di Porto Torres.

I familiari delle vittime, presenti in aula stamattina, si sono costituti parte civile con gli avvocati Gabriele Satta, Gianmario Solinas e Silvia Ferraris. Il processo proseguirà il 26 settembre con le deposizioni di altri testi dell'accusa.

(Unioneonline/s.s.)

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